Francesco Talò: «Vi spiego le mie dimissioni dopo la telefonata fake a Palazzo Chigi»
Il consigliere diplomatico di Palazzo Chigi Francesco Maria Talò si è dimesso ieri. Talò si era preso la colpa dei mancati controlli del suo Ufficio per la telefonata fake del sedicente leader dell’Unione Africana, in realtà uno scherzo dei due comici russi Vovan & Lexus. La premier Giorgia Meloni ha annunciato il suo addio parlando di «superficialità dell’ufficio». E lui oggi, intervistato da Mario Sechi su Libero, racconta la sua versione dei fatti. «Abbiamo ricevuto una mail proveniente da un indirizzo plausibile e quindi si è svolta la telefonata con i suoi normali preparativi. Nella conversazione il presidente del Consiglio ha dimostrato una perfetta coerenza tra il suo pensiero ben conosciuto e le cose che ha detto», esordisce. «È adesso evidente che la gestione dell’episodio avrebbe potuto essere migliore, perché altrimenti non saremmo caduti nell’inganno», ammette.
L’inganno
Poi Talò dice che è un inganno in cui sono caduti altri leader europei e mondiali, riferendosi alle tante vittime dei due russi. Ma poi aggiunge che «ho ritenuto giusto assumermi la responsabilità per non aver effettuato quelle verifiche supplementari che sarebbero state opportune, sia pure in un contesto di grande impegno, di sovraccarico di lavoro del mio ufficio e di plausibilità del messaggio ricevuto». E spiega di aver dato le dimissioni perché «penso di essere stato coerente. Io prima di 40 anni di carriera diplomatica, sono stato ufficiale dei carabinieri, questa è un’esperienza che mi è rimasta per sempre, anche perché viene da una tradizione di famiglia. E questo senso del dovere, del sacrificio, del sentirsi sempre in obbligo nei confronti dello Stato, della nazione, fa parte della mia natura». Mentre «il presidente del Consiglio ha portato tanti successi alla politica italiana in questo scorso anno».
Cosa gli ha detto Meloni
Poi fa sapere cosa gli ha detto Meloni: «Abbiamo ricordato il lavoro fatto nel corso di questo anno insieme, questo mi ha confortato. È consapevole del nostro impegno, il mio e dell’ufficio diplomatico, un impegno senza precedenti. Chi fa tanto una volta può sbagliare, non dovrebbe succedere, ma è successo». Mentre tra poco si ritirerà dopo 40 anni di lavoro nella diplomazia: «Andrò in pensione tra pochi mesi, sono diventato ambasciatore nel 2017. Ho iniziato il mio lavoro alla Farnesina nel 1984, in uno scenario completamente diverso, ero al servizio stampa, il ministro degli Esteri era Giulio Andreotti, c’era la Cortina di Ferro, c’era Leonid Breznev, non potevamo neanche lontanamente immaginare tutto quello che sarebbe successo: la caduta del muro, la fine dell’Unione Sovietica, la riunificazione della Germania, ho vissuto anni entusiasmanti».
Comici Dual Use
Talò sostiene anche che Vovan & Lexus siano «dual use, dei comici che fanno comodo a qualcuno». E ancora: «Sappiamo che c’è un’attenzione della Russia nei confronti dei paesi occidentali, soprattutto su una nazione come l’Italia che è impegnata con coerenza, con un ruolo importante, a fianco dell’Ucraina nella resistenza all’aggressione. È una cosa di cui non ci si può sorprendere, dobbiamo quindi continuare coerentemente con questo impegno. Corrisponde ai nostri valori e interessi, è la politica che abbiamo portato avanti, lo ha detto chiaramente Meloni in quella telefonata e corrisponde alle mie convinzioni profonde».
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