Monia, accusata di infanticidio e quei messaggi su Facebook: «I miei bimbi erano tenuti come gioielli»
«Ho sempre detto che non sarei riuscita a sopravvivere se anche il mio secondo bimbo mi avesse lasciato… Ed era vero, vado avanti solo per proteggere l’amore immenso che provo per i miei bimbi dalle accuse della procura, perché i miei bimbi erano tenuti come gioielli, erano perfetti, erano la gioia che cercavo da una vita». Questo il messaggio di Monia Bortolotti, scritto una ventina di giorni prima di essere arrestata a Bergamo con l’accusa di duplice infanticidio per la morte di Alice di quattro mesi e di Mattia di due. La mamma ha scritto il pensiero su una pagina Facebook dedicata alla Sids awarness, cioè alla cosiddetta morte in culla.
La relazione finita con il compagno
Non si tratta dell’unico sfogo. Un altro è riportato dal Corriere della Sera, risale al 20 agosto. Qui Monia parla della sua solitudine e della fine del rapporto con il compagno: «Perché per me amare significa stare accanto a qualcuno nella buona e nella cattiva sorte, ma non tutti sono capaci o disposti a questo». In un altro, del 13 ottobre (a cui ora sono stati disabilitati i commenti, precisa Ansa) scrive alle care mamme e cari papà» che «i sensi di colpa per non aver fatto abbastanza per i miei bambini, per non essere riuscita a salvarli, mi sta distruggendo».
«Insieme ai miei angioletti, il mio cuore è con loro, la mia casa sono loro, non trovo più posto per me qui»
Monia spiega la sua versione dei fatti sui social: Alice è morta in culla mentre lei si faceva la doccia, Mattia è morto perché si era addormentata mentre lo cullava. La donna colpevolizza anche gli altri: «Dovevo essere accompagnata ad una visita quella mattina e invece avevo pensato di andare da sola perché come sempre mi preoccupavo di non disturbare nessuno. Volevo solo una routine normale mamma-figlio, prendendo e andando con lui ovunque come ho sempre fatto anche con Alice…. perché sono così stupida!?!?! E avrei dovuto saper effettuare la rianimazione, avrei dovuto essere più preparata e invece ero talmente sconvolta che non sapevo nemmeno cosa stessi facendo». «Avendo avuto una mamma aggressiva psicologicamente, non riesco a concepire nemmeno la violenza verbale, tanto meno quella fisica, su nessun essere vivente, tanto meno i miei bambini! E ormai – ribadisce – vivo per difendere il mio amore, perché se devo pensare a come sto veramente, io sono morta da tempo…. insieme ai miei angioletti, il mio cuore è con loro, la mia casa sono loro, non trovo più posto per me qui». «Mi sto impegnando a proteggere la mia famiglia con il sorriso, cercando di andare avanti lavorando, studiando, uscendo. Ma la verità – prosegue – è che senza i miei bambini io non ho alcuna ragione per stare in questo mondo». L’arresto di Monia Bortolotti c’è stato dopo che, a fronte delle indagini fatte, l’esito dell’autopsia del piccolo Mattia dava il decesso causato per asfissia meccanica.