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Scrivania in corridoio, no ufficio e niente internet: le condizioni disastrose in cui lavora la dirigente del Servizio beni confiscati di Napoli

06 Novembre 2023 - 11:06 Redazione
La denuncia della presidente del Consiglio comunale Enza Amato: «Non ha neanche una connessione stabile. Date uffici dignitosi al Servizio»

Niente ufficio, e solo una scrivania in un corridoio. Sono queste le condizioni in cui si trova a lavorare non una dipendente qualsiasi, bensì la dirigente del Servizio Beni Confiscati del Comune di Napoli, Nunzia Ragosta. A fare luce sull’accaduto è la presidente del Consiglio comunale Enza Amato, che si è presentata in prima persona alla sede di Piazza Dante del capoluogo campano per verificare la situazione. «Ho potuto constatare personalmente e con enorme stupore che la dottoressa Ragosta siede a una scrivania posta al centro di un corridoio. Durante la mia permanenza, ho rilevato il continuo viavai di persone, soprattutto utenti dello sportello Edilizia privata, che quotidianamente stazionano in attesa di essere ricevuti, fuori alle porte che affacciano sul corridoio in questione», denuncia Amato citata da Repubblica.

«Internet? Usa l’hotspot»

Non solo una condizione precaria per l’assenza di un ufficio. Anche i servizi di cui dovrebbe aver diritto risultano altamente precari: «L’assenza di un vero e proprio ufficio impedisce anche l’ordinaria connessione alla rete aziendale, costringendo la dirigente e i dipendenti del Servizio Beni confiscati a ricorrere all’hotspot del proprio telefono personale per poter lavorare ai progetti di recupero ed aggiudicazione dei beni confiscati», rivela la presidente del Consiglio comunale. Una situazione a suo avviso inaccettabile e che va in direzione totalmente opposta a quanto deciso dall’amministrazione che «ha fortemente lavorato per l’istituzione di un apposito ufficio, affidandone una dirigenza e proprio personale, al fine di dare un segnale tangibile dell’impegno che il Comune di Napoli mette sul tema del recupero dei beni sottratti alla criminalità organizzata». Da qui la richiesta di individuare uffici dignitosi al Servizio beni confiscati.

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