Strage del 7 ottobre, l’ultimo affronto di Hamas: «Abbiamo ucciso solo soldati, nessun civile. Gli ostaggi? Non abbiamo la lista»
Nell’assalto al sud di Israele del 7 ottobre, un mese fa esatto, sono stati uccisi solo soldati e riservisti dello Stato ebraico, e non un solo civile. L’incredibile affermazione è stata pronunciata dal numero 2 di Hamas, Moussa Abu Marzouk, in un’intervista alla Bbc. Già nei giorni e settimane seguenti l’attacco altri dirigenti di Hamas hanno provato a sostenere – contro ogni evidenza – che i suoi miliziani abbiano preso di mira soltanto membri dell’esercito e non anche comuni cittadini. Decine e decine di video, compresi quelli ripresi dalle bodycam degli stessi terroristi e quelli delle telecamere di sicurezza, dimostrano il contrario. Così come migliaia di fotografie, le testimonianze oculari dei sopravvissuti e quelle di decine di giornalisti internazionali accorsi sul posto all’indomani della strage. E perfino le fiere rivendicazioni di alcuni degli stessi miliziani spediti nella missione omicida. Ma la verità, dalle parti di Hamas, è un concetto relativo. «Donne, bambini e i civili in genere sono stati risparmiati», ha detto Marzouk alla Bbc nel corso dell’intervista, registrata sabato scorso “nel Golfo”, ha detto l’emittente, e pubblicata oggi. Secondo il numero 2 dell’ufficio politico di Hamas, la strategia di colpire soltanto soldati nell’attacco del 7 ottobre sarebbe stata indicata alle squadre di terroristi coinvolti direttamente dal leader delle Brigate al-Qassam e mente dell’operazione, Mohamed el-Deif: «Ha detto chiaramente ai combattenti: “Non uccidete una sola donna un bambino o un anziano”». Affermazioni tanto grottesche davanti alle evidenze sugli eccidi e le torture ai danni di oltre 1.400 persone – inclusi donne, anziani e bambini – che il giornalista della Bbc non ha potuto non chiedere conto a Marzouk delle tonnellate di prove di ogni genere sui crimini di guerra commessi quel giorno. Ma Marzouk ha dribblato la domanda, adottando una postura «tanto educata da scivolare nell’irritante», riferisce la catena britannica.
Il destino degli ostaggi e la missione a Mosca
Considerato lo sbandierato “interesse” per il destino dei civili, la Bbc ha poi chiesto all’alto dirigente di Hamas perché non rilascia gli oltre 200 ostaggi israeliani (e di molte altre nazionalità) detenuti nella Striscia. «Li libereremo. Ma prima bisogna che cessino i combattimenti». Altrimenti detto, che «gli israeliani cessino il fuoco, così che possiamo consegnarli alla Croce Rossa». Una posizione diametralmente opposta a quella del governo-Netanyahu, che esclude qualsiasi cessate il fuoco prima di aver smantellato la rete di Hamas a Gaza, e ritiene l’a fortissima pressione l’operazione militare in corso nella Striscia funzionale alla liberazione degli ostaggi. Secondo il ministero della Sanità di Gaza gestito dalla stessa Hamas, dall’inizio del nuovo conflitto sono ormai oltre 10mila le vittime tra i palestinesi, di cui oltre 4mila minori. Marzouk ha anche confermato di essere stato di recente a Mosca per discutere con le autorità russe, in particolare del destino di otto cittadini russo-israeliani rapiti il 7 ottobre. Una volta di ritorno, ha detto il dirigente del movimento islamista, i miliziani sul terreno «li hanno cercati e hanno trovato due donne ostaggio» di origine russa. Purtroppo però non è stato possibile liberarle per via della guerra in corso, ha detto Marzouk. Che ha sostenuto infine come Hamas stessa non possiede l’elenco di tutti gli ostaggi e non è a conoscenza di dove si trovino tutti, perché sono trattenuti da «diverse fazioni», come la Jihad islamica, che lavora a stretto contatto con Hamas ma opera in maniera indipendente.
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