Il pesto della discordia. Toti e il Secolo XIX litigano per la sponsorizzazione della Regione Liguria alla borsa internazionale del turismo a Londra
Una grande chiatta sul Tamigi, un gigantesco mortaio e un grande pannello led con l’hashtag “#Pesto Masterpiece of Liguria“. Questa la sponsorizzazione della Regione Liguria, fatta in occasione della borsa internazionale del turismo a Londra. Una iniziativa che divide l’opinione pubblica e di cui Il Secolo XIX ha riportato diverse voci. Oliviero Toscani, sulla testata, l’ha definita «una schifezza», Antonio Ricci «una granata». Ma c’è chi ha apprezzato come Federico Boni, docente di Comunicazione all’università statale di Milano definendola «efficace operazione di comunicazione non convenzionale» e il collega di Design all’università di Genova Massimo Musio Sale che promuove il manifesto pubblicitario tridimensionale. Il Pd, tramite il capogruppo in consiglio regionale Luca Garibaldi, ieri ha tuonato: «Un altro mezzo milione buttato per “comunicazione” invece di governare il territorio. Ne abbiamo già viste tante, ora pure il mortaio galleggiante».
L’attacco di Toti al Secolo XIX: «Tra mille titoli ha optato per il più negativo»
Al presidente della Regione Giovanni Toti non sono andate giù le critiche all’opera comparse sul giornale: «Tra mille titoli che il Secolo XIX poteva scegliere per la sua prima pagina, ha optato per il più negativo: ‘Il pesto che non va giù’ – scrive il governatore su Facebook – Ma come? Proprio il giornale che dovrebbe rappresentare la Liguria, tifare per la Liguria, credere nei prodotti e nei produttori della Liguria, con un mal riuscito calembour dichiara che il pesto gli resta ‘indigesto’. La salsa più conosciuta al mondo, il simbolo della dieta mediterranea, dell’equilibrio alimentare, dei prodotti più genuini della nostra terra, al titolista e al direttore del Secolo evidentemente proprio non va giù! E per dirlo si affida come editorialista da prima all’ineffabile Oliviero Toscani».
«Già, proprio quel personaggio che nel recente passato aveva già espresso tutto il suo amore per la nostra terra quando sulla tragedia del Morandi aveva detto: “A chi interessa che caschi un ponte“. Per questo fu cacciato addirittura da Benetton, trovando evidentemente un nuovo posto da editorialista del Secolo, unico tra i pareri citati in prima pagina», ha chiosato Toti. «Comunque – ha aggiunto – che una iniziativa di marketing faccia discutere, già di per sé è un successo. E un giornale fa bene a riportare ogni opinione. Meno piacere fa leggere che proprio il quotidiano della Liguria parteggi smaccatamente, con la sua prima pagina, per coloro a cui il pesto risulta indigesto. Pazienza, noi continueremo a digerire anche quei titoli che non ci “vanno giù”, convinti, come siamo, di lavorare per la crescita della nostra terra».
La replica della direttrice del Secolo XIX e la solidarietà dalle opposizioni politiche
Un attacco a cui ha risposto la direttrice del Secolo XIX Stefania Aloia: «Il Secolo XIX ha a cuore la Liguria ma anche il diritto a riportare tutte le opinioni su ciò che in Liguria viene fatto». «Dice che Il Secolo XIX – ha aggiunto – ha affidato al suo editorialista Oliviero Toscani un attacco all’iniziativa ma sa benissimo che sulla promozione turistica abbiamo solo raccolto opinioni (favorevoli e contrarie) di personalità qualificate, tra le quali quelle di Toscani e anche la sua. Tant’è che il titolo a pagina 15 è ‘Il pesto sul Tamigi: cool o trash?’. Il post del presidente ha il sapore della fake news, smentita nei fatti dal giornale in edicola. Tra l’altro Toscani non è mai stato nostro editorialista. Il Secolo XIX ha a cuore la Liguria ma anche il diritto a riportare tutte le opinioni su ciò che in Liguria viene fatto». Solidarietà ai giornalisti della testa ligure è arrivata dal deputato Pd ed ex Ministro del Lavoro Andrea Orlando, dal Pd genovese, da Pippo Rossetti, consigliere regionale di Azione a Giovanni Pastorino di Linea condivisa.