Pensioni, il governo annuncia il dietrofront su medici e dipendenti pubblici: «Rischiamo la fuga dal lavoro»
Il governo si rimangia il taglio delle pensioni dei medici e degli impiegati statali? Anche se nelle intenzioni dell’esecutivo la Legge di Bilancio non dovrebbe essere toccata, tanto che i parlamentari della maggioranza si sono impegnati a non presentare emendamenti, le proteste della sanità hanno aperto a un possibile dietrofront. La materia del contendere è l’articolo 34 della Legge di Bilancio nella versione attualmente in circolazione. Ovvero l'”Adeguamento aliquote rendimento gestioni previdenziali” delle casse dei dipendenti comunali, dei sanitari, degli insegnanti d’asilo e delle elementari e degli ufficiali giudiziari. L’esecutivo aveva partorito una norma che tagliava gli emolumenti fino a quasi settemila euro. Agendo sugli anni di lavoro prima del 1996 e sul retributivo.
Le conseguenze
Ma ora il governo si è accorto delle possibili conseguenze. La minaccia di sciopero delle categorie interessate, per esempio. Ma anche i rischi di incostituzionalità paventati dai sindacati. E soprattutto, la paura che la misura possa innescare una fuga di dipendenti pubblici. Per questo ufficialmente è partito il “supplemento d’indagine” sul dossier, come ha spiegato il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. Mentre uno degli interessati, ovvero il responsabile della sanità Orazio Schillaci, ha detto che «c’è tutto l’interesse a rivedere la norma». Stimolando l’altolà di via XX Settembre: secondo il ministero dell’Economia ogni modifica dovrà essere effettuata «a saldi invariati». Ovvero si dovrà rifinanziare all’interno del computo di spese e incassi della stessa Legge di Bilancio 2024.
La tutela delle pensioni di vecchiaia
Ma intanto cominciano ad affastellarsi le ipotesi per cambiare la norma. Una di queste è quella di circoscrivere l’intervento alle pensioni anticipate. Tutelando invece chi va in ritiro nei termini di legge. Sarà difficile invece togliere la categoria dei sanitari dalla norma. Anche se sembrava la strada più semplice per modificare l’articolo, in questo modo si escluderebbero 27.700 dipendenti rispetto ai 31.500 coinvolti. Intanto la Lega scalpita. Salvini spinge per cancellare la norma per recuperare consensi sull’argomento pensioni. Ma per farlo bisognerà trovare 2,7 miliardi di euro.
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