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Raphael Dwamena e i problemi al cuore noti da anni. Perché tolse il defibrillatore dopo i malori in campo

12 Novembre 2023 - 08:51 Redazione
Il calciatore ghanese morto a 28 anni dopo un arresto cardiaco durante una partita del campionato albanese

Il giorno dopo la tragica morte di Raphael Dwamena sul campo del Partizani Tirana, crescono i dubbi su come sia stato possibile per il giocatore superare i controlli medici prima di essere tesserato con il club albanese Egnatia. I problemi cardiaci del calciatore 28enne del Ghana erano noti da tempo agli addetti ai lavori. Almeno dal 2018, quando gli inglesi del Bringhton decisero di puntare su di lui trattando con il Zurigo. Erano bastate le prime visite mediche però per far emergere i problemi al cuore di Dwamena. Gravi al punto da far saltare il tesseramento. La carriera del calciatore però non si è fermata, portandolo in altre sei squadre in cinque Paesi diversi, Spagna compresa.

Allo stesso giocatore era stato già consigliato di smettere col calcio. L’ultima occasione era stata nel 2021, ricorda il Corriere della Sera, quando il responsabile della Commissione medica della Confederazione africana di calcio gli disse chiaro e tondo che doveva ritirarsi: «È ora che il suo manager si sieda con Raphael Dwamena e discuta con lui». Il consiglio non fu mai del tutto ascoltato. Dwamena ha avuto un primo malore in campo quando indossava la maglia del Real Saragozza. Poi è successo in Coppa d’Austria, quando giocava con il Blau Weiss Linz. A salvare la vita del giocatore, ben prima dell’intervento dei medici, era stato il defibrillatore che gli era stato impiantato.

Dopo il 2021 però il giocatore ha considerato quel defibrillatore un ostacolo per la sua carriera. Ha deciso quindi di farselo togliere, nonostante il caso in Austria che gli aveva dimostrato quanto gli fosse necessario: «Voglio fare un altro controllo nei prossimi giorni – aveva detto all’epoca – Se va tutto bene, tornerò in campo e giocherò». Dwamena in effetti è tornato a giocare, prima in Svizzera e poi in Albania. All’Egnatia era diventato capitano. Nella stagione in corso aveva già segnato nove gol in dieci partite, fino al tragico finale.

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