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Lui in carcere per le violenze sulla compagna, lei ritratta: «Ho inventato tutto». I dubbi sulle tante chiamate per chiedere aiuto

14 Novembre 2023 - 23:08 Redazione
La donna sostiene di aver mentito ai carabinieri perché era gelosa. I dubbi degli inquirenti sull'improvviso pentimento

Agli inquirenti aveva raccontato di aver subito violenze e abusi violentissimi da parte del compagno, finito in carcere in custodia cautelare e ancora sotto processo al tribunale di Roma. Finché davanti ai giudici ha deciso di ritrattare: «Mi sono inventata tutto – ha detto – ma avrei preferito dei gran lunga che lui mi colpisse con un coltello: meglio una coltellata di un tradimento». Come racconta Il Mattino, tra il 2022 e il 2023 la donna aveva chiesto l’intervento delle forze dell’ordine in diverse occasioni, denunciando di essere stata strangolata, costretta a subire violenze come quando disse che il compagno di 53 anni le aveva fatto sbattere la testa ripetutamente contro il tavolo. L’uomo l’avrebbe anche minacciata di morte usando una volta un coltello e un’altra un cacciavite puntati alla gola, riportando ecchimosi e lividi su tutto il corpo.

Racconti che sarebbero stati inventati dalla donna, che ora rischia l’accusa di calunnia. «Ho inventato tutto io perché ero gelosa e sospettavo che mi tradisse. Poi con il passare del tempo me ne sono pentita tantissimo. Ho riflettuto a lungo su quello che ho fatto e soprattutto sulle motivazioni che mi hanno portato a dire delle cose del genere». La donna ha spiegato di aver iniziato un percorso di terapia con uno psicologo. E poi ha aggiunto altri dettagli sulle ferite che aveva denunciato: «Soffro di sanguinamento dal naso, di epistassi, e in quel periodo usavo quel sangue per fingere di essere stata picchiata. Mi usciva il sangue e io lo usavo per farmi le foto come se fossi stata aggredita da lui».

Gli inquirenti però non sono del tutto convinti della versione della donna. Soprattutto alla luce di altri episodi emersi nel corso delle indagini. Tra i vari interventi in casa della coppia alla periferia di Roma, c’è stato il caso partito dalla chiamata dei vicini che avevano sentito urlare dall’appartamento. La donna, guardando spesso in direzione del compagno imputato, ha spiegato che quella sera guardavano un film horror: «Io avevo paura e ho iniziato a urlare. Quando i carabinieri sono intervenuti si sono messi a ridere. Poi il problema è che i miei vicini sono anche i proprietari del mio appartamento e adesso, dato che la figlia è incinta, stanno facendo di tutto per riprendere la casa e darla a lei per questo mi hanno messo in difficoltà».

La donna ha poi ammesso di aver incontrato il suo compagno anche quando era stato emesso il divieto di avvicinamento: «L’ho visto perché lui non sapeva dove andare. Ci siamo scritti anche vari messaggi. Io credo che lui infondo mi abbia sempre amata e mi diceva che saremmo tornati insieme». Il sospetto degli inquirenti però è che la donna abbia voluto ritrattare nonostante abbia realmente subito violenze dal suo compagno. Dubbi che resterebbero anche al giudice, che ha comunque scarcerato l’uomo. Ma nella prossima udienza, saranno ascoltati nuovi testimoni. Tra loro anche i diversi carabinieri intervenuti dopo le richieste d’aiuto della donna.

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