Dalla cucina di una vecchina al Louvre di Parigi: l’incredibile storia del «Cristo deriso» di Cimabue, aggiudicato per 24 milioni di euro
Nel 2019 era stato trovato nella cucina di un’anziana donna francese. Oggi il Louvre lo ha acquistato per 24 milioni di euro. Si chiude così il lungo periodo di peripezie del Cristo deriso di Cimabue, un piccolo dipinto di 20×25 cm risalente al XIII secolo. Tutto ha inizio qualche anno fa, quando i familiari di un’anziana donna appena morta decidono di sgomberare la sua casa. Durante le operazioni, notano il dipinto appeso sopra il fornello della cucina e prima di buttarlo nella spazzatura decidono di inviarlo a uno specialista d’arte parigino per accertare il valore dell’opera. A quel punto arriva il primo colpo di scena: secondo l’esperto si tratta di un dipinto autentico di Cimabue, il maestro di Giotto, e ha un valore stimato compreso tra i 4 i 6 milioni di euro.
L’acquisto del Louvre
Quando l’opera viene messa all’asta, il Louvre di Parigi viene considerato il netto favorito per l’acquisto, con un’offerta di 19,5 milioni. Una cifra ben superiore al valore stimato del dipinto ma che viene incredibilmente sorpassata da una contro-offerta da 24 milioni di euro. Nel tentativo di salvare l’opera, interviene il ministero della Cultura francese, che dichiara il quadro «tesoro nazionale» e impone il divieto temporaneo di esportazione, dando così al Louvre il tempo necessario per raccogliere i fondi necessari per l’acquisto. Quel momento è arrivato e il museo più famoso di Parigi – ma anche del mondo – è riuscito finalmente ad accaparrarsi l’opera.
L’opera
Cimabue è un artista del XIII secolo noto soprattutto per essere stato il maestro di Giotto. All’artista fiorentino sono state attribuite solo una dozzina di opere, dal momento che preferiva non firmare i suoi dipinti. Il Cristo deriso che verrà ora esposto al Louvre è dipinto su un fondo di foglia oro su un pannello in legno di pioppo. Si ritiene che il quadro sia in realtà soltanto uno degli otto pannelli di un grande dittico. Tre di questi sono stati ritrovati, cinque sono ancora mancanti.
Credits foto: EPA | Un dettaglio del «Cristo deriso» di Cimabue (26 settembre 2019)
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