17 novembre, perché è scattata la precettazione: «Ormai si fa uno sciopero generale anche per la Festa della Donna»
Il muro contro muro tra i sindacati e il governo fa scattare la precettazione per lo sciopero generale del 17 novembre. Il vicepremier e ministro delle Infrastrutture Matteo Salvini riduce lo stop da 8 a 4 ore. Ora per chi violerà la decisione sono previste sanzioni. Da 2.500 a 50 mila euro per le rappresentanze dei lavoratori, da 500 a 1000 per i singoli. E mentre la vicenda si trasforma in uno scontro politico tra il leader della Lega e Maurizio Landini, la presidente dell’Autorità garante degli scioperi Paola Bellocchi spiega perché ha scelto la strada della precettazione. E annuncia anche l’avvio di un’istruttoria. Che partirà dalle regole vigenti dal 2003. «Serve una revisione», dice Bellocchio. «Lo dicevano anche i miei predecessori. Lo sciopero generale deve essere sempre un fatto eccezionale. Ormai se ne indice uno persino per la Festa della Donna».
Lo scontro
Bellocchi spiega al Corriere della Sera che la decisione sullo sciopero del 17 novembre «non è una bocciatura. A fine ottobre abbiamo esaminato il documento di proclamazione della protesta. A noi è parso che non corrispondesse a uno sciopero generale, ma fosse solo di alcune categorie. Altri si erano già organizzati in ulteriori venti proclamazioni di scioperi regionali». Bellocchi spiega che sono state escluse 16 categorie del settore privato. Manca quindi il requisito della generalità. Perché gli scioperi di settore «hanno una disciplina diversa, più restrittiva rispetto a quella per gli scioperi generali peri quali nel 2003 la Commissione di garanzia definì una delibera con regole più favorevoli proprio per permettere a tutti i lavoratori di esercitare il diritto di sciopero. A uno sciopero generale è consentita quindi la concomitanza, per far aderire tutte le categorie, ed è consentita una durata di 24 ore. Per gli scioperi di settore, i limiti sono molto più stretti, massimo 4 ore per la prima azione di sciopero ad esempio per il trasporto pubblico locale. Così come è stato proclamato sembra uno sciopero à la carte».
La Garante e Salvini
Bellocchi dice a Claudia Voltattorni di non aver mai sentito il ministro. «La nostra decisione risale all’8 novembre, ben prima che si muovesse Salvini. Ed è arrivata dopo un’accuratissima istruttoria. Le dinamiche politiche non hanno in alcun modo condizionato la nostra decisione». Con La Stampa invece la presidente dell’Autorità spiega che i sindacati rischiano una sanzione da 2.500 a 50 mila euro. E aggiunge: «Anche i sindacati a livello regionale sciopereranno, e tutti per la stessa ragione, perché contrari alla manovra del governo. Ma alcuni lo fanno il 17, altri il 24, altri ancora il 27 novembre. Sono scioperi regionali spalmati su cinque date, fino a dicembre, e questo va contro la regola di avere un’interruzione del servizio ad almeno dieci giorni di distanza dallo sciopero generale. Ma non era più semplice far convergere tutti, nessuno escluso, sulla data del 17 novembre? L’ho chiesto anche ai sindacati». Che però le hanno risposto di non poter entrare nelle scelte autonome di politica sindacale.
Lo sciopero di venerdì
La Garante annuncia anche un’istruttoria per rivedere la normativa: «Vogliamo condurre una riflessione sulle regole che sono vigenti dal 2003. Sono passati vent’anni e serve una revisione, come sosteneva anche la commissione precedente. Ormai si indice uno sciopero generale persino l’8 marzo per la festa della donna. Lo sciopero generale invece deve essere un fatto eccezionale. Insomma, si devono filtrare un po’ i criteri per la proclamazione». Bellocchi sottolinea a Federico Capurso che le regole più stringenti sarebbero a vantaggio dei grandi sindacati rispetto ai piccoli. E chiude: «Posso assicurare che non c’è stata alcuna ingerenza nella nostra decisione. Io non ho sentito nessuno».
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