Capretta di Anagni, chiusa l’inchiesta sulla morte dell’animale preso a calci: Manuel Pesoli indagato per l’uccisione, cinque amici per istigazione
La capretta di Anagni non era già morta prima dell’aggressione alla cena in agriturismo. L’animale è stato ucciso a calci dai ragazzi che il 27 agosto scorso parteciparono alla cena di compleanno. A parlarne è il Corriere della Sera che riporta la chiusura delle indagini e la tesi da parte della Procura di Frosinone, mentre un ulteriore procedimento è stato aperto al Tribunale dei minori di Roma (che si occupa di altri 6 indagati). Dei maggiorenni uno è indagato per l’uccisione della capretta, gli altri 5 per istigazione. Si tratta di Daniel Riccardi (18 anni di Fiuggi), Nicola Ninni (18 anni di Fiuggi), Gabriele Carbajal Vilcarromero (19 anni di Fiuggi), Damiano Frattali (18 anni di Fiuggi) e Gennaro Esposito (18 anni di Anagni).
La ricostruzione del pm. Due picchiavano l’animale. gli altri riprendevano e incitavano
Secondo quanto ricostruisce la procura a uccidere l’animale sono stati Manuel Pesoli ed un diciassettenne (su cui ora è in carico il fascicolo presso il Tribunale dei minori). Dopo il pestaggio i due posavano «esanime su una carriola e, quindi, lanciavano l’animale e la carriola nel vuoto, dietro un muretto». A istigare la coppia di amici altri giovani, in particolare – secondo il pm – Damiano Frattali, che avrebbe urlato all’amico minorenne: «Rifallo, rifallo più forte…». Nicola Ninni «riprendeva con il cellulare la condotta che il minore assumeva, con crudeltà, nei confronti dell’animale». Altre immagini sono state girate da Gabriele Carbajal, che riprendeva «la condotta che il minore assumeva, in concorso con Pesoli, ossia il trasporto dell’animale su una carriola e il lancio nel vuoto, dietro un muretto». Infine Daniele Riccardi e Gennaro Esposito secondo il pm «pur essendo presenti all’evento e omettendo di interrompere la condotta crudele nei confronti dell’animale, istigavano, o comunque incitavano».
Scomparso il corpo della capretta di Anagni
L’avvocato Giampiero Vellucci, difensore del principale indagato Manuel Pesoli, non crede a questa tesi. Secondo lui «ci sono diversi testimoni che hanno dichiarato di aver visto la capretta già morta, all’arrivo al ristorante». Purtroppo il corpo dell’animale non è analizzabile. La carcassa della capretta non si trova più. L’Associazione italiana difesa animali e ambiente ha presentato un esposto alla Procura ed una missiva al ministro della Giustizia Carlo Nordio per chiedere di far luce sul perché un corpo di reato sia rimasto nell’agriturismo senza esser portato fin da subito nell’Istituto di zooprofilassi del Lazio.
La madre assessore di uno degli indagati
Intanto a Fiuggi l’opposizione attacca Laura Latini assessora alle Politiche educative, servizi per l’infanzia, sport e giovani, chiedendone le dimissioni. La donna aveva dichiarato l’estraneità ai fatti del figlio, Nicola Ninni, che secondo la procura ha filmato con lo smartphone l’aggressione.
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