Il Cdm approva il pacchetto sicurezza: nuovi reati per chi occupa immobili e per chi blocca le strade. Carcere per le borseggiatrici, anche se incinte
Stretta del governo in materia di sicurezza. Nel Consiglio dei ministri di oggi, 16 novembre, l’esecutivo ha vara un pacchetto di misure che introducono nuovi reati nel codice penale, inaspriscono le pene per alcune fattispecie già esistenti e, infine, danno più garanzie agli agenti di pubblica sicurezza. Esulta sui social Giorgia Meloni: «Sono orgogliosa». Ed elenca quali, secondo lei, sono le iniziative «più rilevanti». Prima ancora della riunione a Palazzo Chigi, il vicepremier Matteo Salvini aveva già celebrato una norma che identifica come «una battaglia della Lega». Ovvero, «la possibilità di mandare in carcere le borseggiatrici incinte». Nel dettaglio, ecco cosa prevede il cosiddetto pacchetto sicurezza.
Tutele per le forze dell’ordine
L’esecutivo introduce un inasprimento delle pene nei casi in cui i reati di violenza, minaccia, lesioni o resistenza a un pubblico ufficiale vengano commessi ai danni della polizia giudiziaria o di agenti di pubblica sicurezza. Ancora, un aumento di pena è previsto anche per l’imbrattamento edifici o mezzi mobili delle forze dell’ordine o altre istituzioni pubbliche, qualora il reato avvenga con il fine di lederne il prestigio. Agli agenti di pubblica sicurezza, inoltre, è data la possibilità di ricevere un porto d’arma da fuoco privata, oltre quella di ordinanza, senza dover richiedere un’ulteriore licenza: ciò consentirà agli agenti di poter portare con sé un’arma più leggera rispetto a quella che normalmente hanno mentre sono in servizio. A garanzia dei penitenziari, poi, è inserito nell’ordinamento un nuovo reato: da 2 a 8 anni per chi organizza rivolte in carcere con condotte pericolose, da 1 a 5 anni per chi vi prende parte. Predisposte anche delle aggravanti, con aumento della reclusione fino a 10 anni, se vengono usate delle armi. Una nuova fattispecie, poi, è rivolta a chi istiga le rivolte dei detenuti, anche dall’esterno delle case circondariali.
Contrasto alle occupazioni abusive
Un nuovo reato pensato per difendere i proprietari di immobili occupati. Dietro presentazione di querela, è prevista la reclusione da 2 a 7 anni per «chi, con violenza o minaccia, occupa o detiene senza titolo un immobile altrui, o comunque impedisce il rientro nell’immobile del proprietario o di colui che lo deteneva». Il governo stabilisce anche un procedimento apposito, più veloce, per ottenere lo sgombero: in via ordinaria è necessario un provvedimento giudiziario, ma nel caso in cui lo stabile occupato corrisponda all’unica abitazione della persona offesa, lo sgombero e la restituzione del bene possono avvenire direttamente con l’intervento delle forze dell’ordine che hanno raccolto la denuncia. Infine, ci sarà una causa di non punibilità per quegli occupanti che collaborano per accertare i fatti e abbandonano volontariamente l’immobile occupato.
Stretta contro chi truffa gli anziani, i borseggiatrici chi impiega minori per l’accattonaggio
Arresto in flagranza e aumento della reclusione da 2 a 6 per chi commette truffe ai danni degli anziani e delle persone fragili. Contro le borseggiatrici, condannate mentre sono incinte o hanno a proprio carico figli minori di 3 anni, il governo prevede che l’esecuzione della pena non sia rinviata automaticamente. Nel caso di recidiva, ad esempio, il giudice competente potrà disporre che le donne scontino da subito la pena, ma solo nei cosiddetti istituti a custodia attenuata, non in carcere. Lato sicurezza urbana, l’esecutivo affida ai questori la possibilità di «disporre il divieto di accesso nelle metropolitane, nelle stazioni ferroviarie e nei porti per chi è già stato denunciato o condannato per furto, rapina o altri reati contro il patrimonio o la persona commessi in quei luoghi». Se questi reati vengono commessi nelle metropolitane o nelle aree dedicate al trasporto pubblico, il questore potrà comunque prevedere il divieto di accesso anche se è scattata la sospensione condizionale della pena. Introdotta la punibilità, infine, verso chi «chi induce all’accattonaggio un minore di 16 anni invece di mandarlo a scuola o lo costringe con la violenza o la minaccia».
I blocchi stradali diventano reato
Ultima generazione e altre associazioni per il clima che, negli ultimi tempi, hanno fatto parlare di sé anche grazie alle proteste organizzate lungo le arterie stradali, bloccandole, vanno incontro non più a una semplice sanzione amministrativa. Chiunque impedisca la libera circolazione su strada, ostruendola con il proprio corpo, dovrà risponderne penalmente se il blocco «risulti particolarmente offensivo e allarmante, sia per la presenza di più persone sia per il fatto che sia stata promosso e organizzato preventivamente».
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