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Il pacchetto sicurezza del governo Meloni oggi in Cdm: carcere per le donne incinte, stretta sulle case occupate

16 Novembre 2023 - 07:20 Redazione
consiglio dei ministri governo meloni pacchetto sicurezza donne incinte
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Pene aumentate per chi usa violenza sulle forze dell'ordine e i graffitari

Il Consiglio dei ministri convocato per oggi alle 13,30 esaminerà un nuovo Ddl del governo Meloni che prevede una stretta sulla sicurezza. Il pacchetto sicurezza prevede nuovi reati, norme sul carcere e innalzamenti di pena. In particolare, spiega oggi La Stampa, Giorgia Meloni ha deciso di aprire le celle per le donne in gravidanza. «L’esecuzione della pena non può essere differita ove dal rinvio derivi una situazione di pericolo, di eccezionale rilevanza, di commissione di ulteriori delitti», dice la nuova norma. E siccome il differimento della pena è sempre stato automatico per le donne in gravidanza, l’idea è che sia stata pensata per non permettere più casi come quello della scippatrice incinta del decimo figlio. Anche le neomamme con figli con meno di un anno potranno andare in carcere.

L’occupazione

Nel pacchetto sicurezza c’è anche una stretta per chi occupa le case: «chiunque, mediante violenza o minaccia, occupa senza titolo un immobile destinato a domicilio altrui ovvero impedisce il rientro nel medesimo immobile del proprietario o di colui che lo detiene legittimamente, è punito con la reclusione da 2 a 7 anni». La stessa pena è prevista per chi «si appropria di un immobile altrui, con artifizi o raggiri, ovvero cede ad altri l’immobile occupato». Al vertice pre-consiglio ieri hanno partecipato i vicepremier Matteo Salvini e Antonio Tajani e i ministri dell’Interno Matteo Piantedosi e della Giustizia Carlo Nordio. Nel pacchetto c’è anche la liberalizzazione del porto d’armi per gli agenti di polizia. E le pene per le lesioni leggere agli esponenti delle forze dell’ordine. Oltre all’aumento delle sanzioni di un terzo in caso di minacce alla polizia o ai carabinieri.

I graffitari

Per i graffitari arriva la reclusione da sei mesi a un anno e una multa da mille a tremila euro. In casi di recidiva si aumenta a 3 anni e a seimila euro di multa. La stretta riguarda anche i carcerati: chi organizza una rivolta avrà una pena da 2 a 8 anni, chi vi partecipa da uno a 5. La reclusione va da 3 a 10 anni in caso di rivolta con armi da fuoco.

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