Schlein non va ad Atreju. Meloni l’attacca: «Bertinotti non aveva paura». E lui: «Io più coraggioso? È la politica che è cambiata»
Esponenti di governo, leader internazionali del calibro di Rishi Sunak, qualche volto dell’opposizione. Ma non Elly Schlein: la segretaria del Partito democratico, che dopo la vittoria alla primarie è stata ribattezzata come l’antitesi perfetta di Giorgia Meloni, non parteciperà ad Atreju. Dopo qualche ritrosia, dagli organizzatori della festa annuale di Fratelli d’Italia, che si terrà a Castel Sant’Angelo a metà dicembre, è arrivato l’invito per Schlein. La quale, però, declina: «È tempo di confrontarsi in Parlamento, non alle feste di partito». Da Zagabria, la replica piccata di Meloni: «C’era un tempo, molto lontano da oggi e se vogliamo anche in un altro clima, nel quale Fausto Bertinotti non aveva timore a presentarsi e a dialogare pur dall’orgoglio della diversità delle proprie posizioni con qualcuno che era molto distante da lui. Prendo atto che le cose sono cambiate».
Nel 2006, l’ex leader di Rifondazione comunista, all’epoca presidente della Camera, partecipò alla convention Atreju. Il partito che oggi governa il Paese si chiamava ancora Alleanza nazionale e memorabile fu il dibattito tra lui e Gianfranco Fini. Ad ogni modo, consultato dall’Adnkronos, Bertinotti si dissocia dalla ricostruzione di Meloni: «No, non c’era un clima diverso. Lo scontro era molto aspro. È la politica che era diversa. Eravamo in un altro ciclo. C’era una politica ancora forte, anche se già iniziava la fase di declino, ma eravamo ancora lontani da oggi. Due cicli totalmente diversi». Argomentando, colui che è stato il primo comunista a presentarsi a una festa della destra, esprime il suo giudizio «molto severo sulla politica di oggi, che vive una crisi acuta, in Europa e in Italia. E di conseguenza tutte le forme della politica ne sono segnate».