La battaglia dei sindacati per i contratti dei bagnini di Bankitalia
Quattro addetti a contratto al centro sportivo della Banca d’Italia, prima assistenti bagnanti e ora amministrativi, sono al centro delle attenzioni del sindacato che in questi giorni sta discutendo con i rappresentanti dell’azienda per ottenere l’inquadramento di ruolo. I tre sindacati maggiori, First Cisl, Fisac Cgil e Uilca, hanno respinto la proposta della Delegazione aziendale, ritenendola troppo penalizzante per i lavoratori coinvolti, e proponendo un’alternativa che dovrà ora essere valutata. Alle richieste della “triplice” si aggiunge il sindacato autonomo Cisal Sibc che, pur accusando i colleghi maggiori di guardare il dito e non la Luna, denuncia un diffuso sottoinquadramento dei lavoratori di Bankitalia. Per Cgil, Cisl e Uil, il problema è sul tipo di ruolo che la banca centrale italiana ha proposto ai quattro contrattisti. «La Delegazione aziendale propone di assegnare il grado di Coadiutore ad uno degli addetti, quello di Assistente ai restanti tre», spiegano in un comunicato, «noi riteniamo che non si possa inquadrare un lavoratore esterno nel ruolo di Coadiutore. Per il grado di Coadiutore, ormai dal 2016, non sono previste assunzioni dall’esterno. Dall’interno il grado è ottenibile solo attraverso una selezione piuttosto complessa, che spesso comporta il trasferimento presso una realtà diversa dalla propria sede, pena la rinuncia al grado».
Un problema di inquadramento
Condizioni che vengono ritenute peggiorative e quindi spingono la triplice a proporre un’altra soluzione. «Per partecipare alla selezione interna servono almeno sei anni di anzianità nel grado di assistente, ovvero, di conseguenza, almeno dodici nel grado di Vice Assistente», prosegue il comunicato, «tanto premesso, con la volontà di garantire al contrattista un’assunzione con il giusto riconoscimento economico e le più ampie tutele, abbiamo proposto fosse inquadrato con il grado di Assistente e il riconoscimento dell’anzianità pregressa. Riteniamo, infatti, che tale impostazione salvaguardi i principi di correttezza, trasparenza ed equità su cui deve fondarsi l’intera gestione del personale in Banca d’Italia». Per questo viene rifiutata la proposta di accordo dell’azienda e si sottolinea come «Banca d’Italia è una comunità ampia, in cui è fondamentale che si percepisca una sostanziale equità di trattamento». Su quest’ultimo passaggio, si accoda Cisal con accuse specifiche: «Il personale della Banca, e in particolare il personale operativo della Banca d’Italia, è sottoinquadrato e quindi sottopagato rispetto alle mansioni, alle responsabilità e alle qualifiche richieste». Secondo Cisal, i tre sindacati maggiori starebbero aizzando una guerra tra poveri mentre dovrebbero «adoperarsi concretamente per riportare la Banca al tavolo delle trattative sulle carriere, e lavorare».
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