Landini ha mandato la sua manovra in Senato: costa 87 miliardi. Ha 13 miliardi di coperture, 73 li deve trovare la Meloni dall’evasione
Maurizio Landini con la sua Cgil ha scritto la sua manovra economica inviando alla commissione Bilancio del Senato 51 pagine di emendamenti che modificano fino ovviamente a stravolgerla la legge di Bilancio 2024 firmata da Giorgia Meloni e Giancarlo Giorgetti. Le modifiche di Landini comportano 87 miliardi, 32 milioni e 650 mila euro di maggiore spesa pubblica. A copertura sono indicati- anche se temporalmente disallineati alla spesa proposta, 13 miliardi e 730 milioni di euro tra tagli alla spesa o maggiori entrate fiscali. Resta quindi un buco da 73 miliardi e 302 milioni di euro. L’unica soluzione indicata nelle 51 pagine è assai generica: quella del «recupero dell’evasione fiscale». Non è indicato come, ma se qualcuno mai trovasse la ricetta in Italia non ci sarebbe più evasione fiscale.
Una ricetta che non chiede laurea in economia
Per capire la manovra di Landini non è richiesta una laurea alla London school of Economics o alla Bocconi: si è in grado di leggerla anche con la terza elementare. Prima cosa si abroga l’abrogazione del reddito di cittadinanza, estendendone anche la platea dei percettori. E intanto che c’è Landini cancella tutte le norme che perseguivano le truffe sul reddito: via le pene carcerarie, via le sanzioni, via la perdita del reddito per il nucleo familiare. Unica punizione prevista: chi ha truffato perde il diritto al reddito di cittadinanza (ma conservano il diritto a prenderlo i suoi familiari), e deve restituire quello che ha percepito ingiustamente. Nessuna altra conseguenza.
Ventitrè miliardi in più ai travet
Landini vuole dare 23 miliardi e 210 milioni in più di aumento di stipendio ai dipendenti pubblici per recuperare l’inflazione, ma vuole anche che quei soldi siano erogati solo dopo un confronto fra governo e le “organizzazioni sindacali comparativamente più rappresentative sul piano nazionale” entro il primo marzo 2024. Quindi vuole dare più soldi e vuole anche che il governo metta nero su bianco che il merito è tutto suo. Poi la Cgil aggiunge 3,9 miliardi di euro per pagare un premio a chi nella Sanità decide di lavorare solo nel pubblico rifiutando l’attività in proprio o nel privato oggi concessa. Con altri 8,4 miliardi di euro viene finanziato il salario accessorio dei dipendenti pubblici per recuperare il gap stipendiale rispetto ai privati.
Ventitrè miliardi in più pure alla Sanità
Al Servizio sanitario nazionale Landini aggiunge 23,3 miliardi di euro di finanziamento per il triennio considerato dalla legge di Bilancio (2022-2024). A questo si aggiungono 5,5 miliardi di finanziamenti ulteriori al fondo nazionale per le autosufficienze. Un altro miliardo in più finanzia l’assistenza territoriale. Poi con circa 2 miliardi vengono assunti 20 mila insegnanti di sostegno all’anno per quattro anni scolastici consecutivi. Con poco meno di un miliardo di euro anche 20 mila assunzioni a tempo indeterminato di personale Ata e la stabilizzazione di altri 10 mila precari. Ci sono anche 6,6 miliardi in più per allargare il finanziamento dei congedi parentali sia negli importi che nella durata che per la Cgil dovrebbe essere estesa fino al compimento dell’11° anno di età del bambino perché solo allora potrebbe prendere un bus da solo.
Più vigili pagati da più multe
Con un’altra norma si prevede l’incremento dei dipendenti comunali (anche vigili urbani) escludendone la spesa dai tetti oggi previsti dalla legge. Escluso dal tetto anche il salario accessorio dei segretari comunali. Risorse? Tocca trovarle agli stessi vigili urbani, perché la spesa deve essere coperta con le sanzioni alla violazione del codice della strada. La necessità di più vigili viene motivata curiosamente nella norma: «Al fine di assicurare lo svolgimento dei controlli per il rispetto delle misure connesse al perdurare della emergenza Covid 19 e le attività correlate alla fase post emergenziale…». Letta così e con una emergenza Covid 19 non nota ai più sembra che Landini abbia invece brutti presentimenti sulla pandemia.
Un po’ di confusione su quota 103
Ci sono anche numerose norme di spesa in favore dei pensionati e ce ne è una che vale 1,7 miliardi di euro di comprensione però più difficile. Ecco come viene spiegata: «Quota 103, misura in vigore dal 1° gennaio 2022, viene prorogata anche nel 2023. Tale intervento permetterebbe a tutti coloro che non sono riusciti per età e contributi, di perfezionare nel 2023 almeno 62 anni di età e 41 anni di contributi, al pari dei soggetti che nel 2022 avevano gli stessi requisiti». Ora la legge di Bilancio per il 2024 non può essere retroattiva, e quindi non può riguardare il 2023 (errore che la Cgil compie pure in altri emendamenti), quota 103 nel 2023 è sempre stata in vigore, mentre nel 2022 era in vigore la più favorevole quota 102. Dalle parti di Landini ci deve essere un po’ di confusione. O forse qualcuno ha ripresentato in parte le stesse proposte fatte un anno fa.
Abbattuto il ponte sullo stretto di Salvini
Sono abbastanza semplici le coperture indicate dalla Cgil- a parte quelle da libro dei sogni sul recupero dell’evasione. Gran parte- 11,6 miliardi- vengono dall’azzeramento dei costi pluriennali per la costruzione del Ponte di Messina di Matteo Salvini. Solo che le maggiori spese di oggi non possono trovare copertura in fondi tagliati al 2030 o al 2035, quindi è inutilizzabile. Poco più di un miliardo viene dal taglio della flat tax incrementale per gli autonomi che viene abrogata. Altri 981 milioni di euro dal taglio alla sanità privata dei finanziamenti previsti per la riduzione delle liste di attesa. E infine 44 milioni di euro vengono dall’abolizione della norma prevista dalla Meloni con cui si esclude il possesso di titoli di Stato fino a 50 mila euro dal calcolo dell’Isee per le prestazioni sociali.
(foto Ansa)
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