«Giulia uccisa a coltellate al collo e alla testa, poi il suo corpo gettato da un dirupo». Così Filippo Turetta avrebbe finito la ex
Giulia Cecchettin è stata uccisa da svariate coltellate inferte in particolare alla testa e al collo. È questo il risultato dell’ispezione condotta sul cadavere della 22enne il cui corpo è stato ritrovato oggi nei pressi del lago di Barcis, a una settimana esatta dalla scomparsa. L’ex fidanzato Filippo Turetta, presunto omicida della ragazza della provincia di Venezia, è irrintracciabile, in fuga da sabato scorso. L’indagine cadaverica esterna è stata svolta dal medico legale Antonello Cirnelli, alla presenza del sostituito procuratore di Pordenone Andrea Del Missier. La giovane presentava, secondo quanto risulta all’Ansa, anche numerose ferite da difesa alle mani e alle braccia. Turetta si sarebbe poi disfatto del corpo della giovane depositandolo al bordo della strada e facendolo poi rotolare giù da un dirupo per una cinquantina di metri, secondo quanto ricostruito dalle forze dell’ordine. Al momento non si conosce la data esatta della morte di Giulia, né v’è certezza se al momento se la giovane fosse già morta quando è stata lanciata nel dirupo. Secondo quanto si è appreso, al momento del ritrovamento oggi al fondo del canalone nei pressi del lago di Barcis il capo della giovane era coperto di sangue, non visibile dalla strada in quanto nascosto da un enorme masso.
La fuga di Turetta e gli appelli a consegnarsi
Turetta è in fuga, e si teme possa essere all’estero: la sua Punto nera è stata localizzata in Austria già all’indomani della partenza dalla zona tra Venezia e Padova dove è iniziata la folle corsa dei due a lite consumata. In precedenza si era diffusa la ricostruzione che l’auto fosse stata individuata in Austria mercoledì 15 novembre, ma oggi fonti investigative citate dall’Ansa hanno precisato che l’identificazione risale invece a domenica 12. L’auto sarebbe stata immortalata dai sistemi di controllo stradale non solo a Lienz, nel Tirolo orientale, ma anche in Carinzia. Dopo quello del procuratore capo di Venezia, a Turetta ora è arrivato l’appello anche della famiglia a costituirsi immediatamente. «Filippo, consegnati alle forze dell’ordine, così puoi spiegare cos’è successo», è il messaggio che la famiglia Turetta ha fatto lanciare attraverso il legale, Emanuele Compagno. «Quando ho detto ai Turetta del ritrovamento del corpo di Giulia è crollato loro il mondo addosso», ha aggiunto l’avvocato sottolineando che i familiari hanno espresso vicinanza alla famiglia di Giulia. «Sono molto scossi e provati. È un dramma che non si aspettavano, non avrebbero mai immaginato queste accuse nei confronti del figlio».
I rilievi sul corpo di Giulia
La strada dove è stata trovato da un’unità cinofila della Protezione civile il corpo senza vita di Giulia nel periodo invernale viene chiusa fino al 15 aprile perché impraticabile. Circostanza di cui però, viene fatto notare, non è detto che il giovane fosse a conoscenza. Secondo quanto emerge dai rilievi dei Carabinieri del Ris di Parma, al momento del ritrovamento il corpo di Giulia era vestito con gli stessi indumenti che indossava al momento della scomparsa. Rilievi ancora in corso, comunque, che coinvolgono i Carabinieri di Pordenone, il Comando provinciale di Venezia, i medici legali incaricati dalla Procura di Venezia e dalla Procura di Pordenone, il sostituto procuratore di Pordenone Andrea Del Missier e quello di Venezia, titolare del fascicolo, Andrea Pedroni.
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