Filippo Turetta arrestato in Germania dopo un controllo: «Fermo in autostrada sulla corsia di emergenza». Tajani: «Entro 48 ore in Italia»
Fermo a bordo strada, sulla corsia di emergenza. Forse senza carburante, forse non sapeva più di andare. Così Filippo Turetta è stato fermato in Germania, vicino Lipsia, in forza del mandato di arresto europeo nell’indagine per l’omicidio di Giulia Cecchettin. Turetta era a bordo della sua auto sull’autostrada A9, all’altezza della cittadina di Bad Dürrenberg. Gli agenti tedeschi si sono insospettiti e hanno approcciato il veicolo perché era fermo con i fari spenti, ma in Germania c’è l’obbligo di tenere le luci accese anche nella corsia di emergenza. Ad avvisare i genitori del giovane è stato l’avvocato incaricato dalla famiglia, Emanuele Compagno. È poi arrivata la conferma anche del ministro degli Esteri Antonio Tajani, che ha ringraziato gli inquirenti: «Una buona notizia che purtroppo non potrà mai lenire il dolore della famiglia e degli amici di Giulia, ai quali rivolgo le mie preghiere». Secondo le prime informazioni, il 22enne di Torreglia non avrebbe opposto resistenza, anzi sarebbe apparso «stanco e rassegnato». L’ipotesi più accreditata è che la Fiat Grande Punto si sia spenta perché senza carburante e il 22enne in fuga non avesse i soldi per fare rifornimento. Del giovane non si avevano più notizie da una settimana, ma alcune telecamere di sorveglianza e le rilevazioni del targa system ne avevano tracciato gli spostamenti.
L’iter per l’estradizione
«Grazie all’arresto europeo il ragazzo potrà essere affidato in pochi giorni alle forze dell’ordine e alla giustizia italiana per subire un giusto processo», ha detto Tajani a margine del meeting di Forza Italia a Taormina. Secondo il vicepremier ci si può aspettare, grazie alla collaborazione con le autorità tedesche, la consegna dell’indagato agli agenti italiani entro le prossime 48 ore. Per l’esecuzione del mandato di arresto europeo e la consegna dell’indagato l’iter canonico può prevedere anche alcune settimane. La Germania ha l’obbligo di adottare l’esecuzione finale sul trasferimento in Italia entro 60 giorni dall’arresto, che diventano 10 se Turetta acconsente spontaneamente alla consegna. Al 22enne, che si trova negli uffici della polizia, verrà notificato il mandato di arresto da parte delle autorità tedesche e dovrà poi presentarsi davanti a un giudice per la procedura di validazione dell’iter. Per le norme previste nel Mandato di arresto europeo – Mae – Turetta ha diritto a un legale, a un interprete e al gratuito patrocinio. Esaurito il percorso giudiziario e amministrativo in Germania, verrà affidato allo Scip, il Servizio per la cooperazione internazionale di polizia presso la Direzione centrale della Polizia criminale. Turetta verrà quindi affidato agli agenti, che si recheranno in Germania e si imbarcheranno su un volo verso l’Italia, solitamente con atterraggio allo scalo di Roma Fiumicino, dove verrà eseguito l’ordine di custodia cautelare in carcere.
La fuga di Turetta
Dopo la lite a cui ha assistito un vicino nel parcheggio davanti casa, le prime immagini nelle mani degli investigatori sono quelle della videocamera di uno stabilimento industriale di Fossò. Qui Turetta ha rincorso, aggredito e caricato di peso in macchina Giulia Cecchettin. Poi si è allontanato e la targa della sua Fiat Grande Punto è stata registrata a Piancavallo, nell’area turistica. Un alert che è arrivato alla polizia solo il giovedì dopo, perché le telecamere erano in manutenzione. Ma è stato fondamentale per individuare la zona dove Turetta ha abbandonato il corpo della sua ex fidanzata – una relazione finita ormai da mesi. Le successive segnalazioni del targa system lo hanno visto passare per Cortina, poi Tarvisio e il superamento del confine con l’Austria. L’ultima rilevazione a Lienz, nel Tirolo orientale. Dove si riteneva che il giovane fosse rimasto, fino alla notizia del suo arresto in Germania.
November 19, 2023
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