Il padre di Giulia Cecchettin: «Un dolore atroce, inimmaginabile. Sono vicino ai genitori di Turetta»
Con quel dolore «inimmaginabile», che non ha nome, Gino Cecchettin ha ricevuto la notizia che sua figlia Giulia Cecchettin, scomparsa sa una settimana era morta. Uccisa secondo gli investigatori da Filippo Turetta, con il quale aveva avuto una relazione fino allo scorso agosto. Appena viene informato del ritrovamento del corpo, l’uomo si precipita lungo le strade secondarie che portano al lago di Barcis, le stesse probabilmente che ha percorso Turetta dopo aver aggredito la 22enne di Vigonovo. «Sono andato lì, sul luogo del ritrovamento ma c’erano ancora i medici per i rilievi e non l’ho vista», ha raccontato a la Repubblica fuori dalla sua abitazione. Il pensiero è subito corso alla sua famiglia, che appena un anno fa ha subito un altro trauma: la morte della moglie, madre di Giulia e degli altri due figli. «Il dolore è tanto, inimmaginabile, atroce. Una parte di me che se ne va», dice il padre di Giulia, «aveva solo 22 anni, una vita davanti spezzata, senza un motivo logico. Posso capire una malattia, un incidente, ma questo è il modo più inconcepibile. Non te ne fai una ragione. Ma devo essere forte per gli altri ragazzi, Elena e Davide. Dobbiamo ripartire». Poco dopo lo chiama il suo avvocato: tramite il legale, la famiglia di Turetta vuole far arrivare le sue condoglianze per quanto accaduto. Così risponde un padre che ha appena perso la figlia: «Ringrazio i genitori, anche loro stanno vivendo un dramma quindi sono vicino anche a loro. Certo, pensavo a Giulia e volevo il suo ritorno. Per me è finita qui». Poi un messaggio, che fa eco a quelli condivisi sui social dalla figlia Elena contro la violenza sulle donne: «Lei ne farà la battaglia della sua vita, ma anche io voglio fare qualcosa, è giusto così. Per Giulia e per tutte le altre che potranno trovarsi nella sua condizione».
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