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Il manifesto di Biden per il dopoguerra a Gaza: «Non sia rioccupata né ridotta, ma la governi l’Anp insieme con la Cisgiordania»

19 Novembre 2023 - 00:06 Simone Disegni
Il presidente Usa rinnova in un editoriale sul Washington Post il sostegno a Ucraina e Israele, ma avverte Netanyahu: «Nessun trasferimento forzato di palestinesi»

È uno sforzo titanico, quello che gli Usa stanno compiendo per provare a tenere insieme tutti i pezzi del mosaico, continuando a sostenere politicamente e militarmente sia l’Ucraina che Israele, e incoraggiando entrambe al contempo a muoversi verso una soluzione politica dei rispettivi conflitti. Joe Biden lo sa bene, e sa quanto fragile sia l’equilibrio che l’Amministrazione Usa sta cercando di mantenere – tanto sul piano internazionale quanto sul piano interno, a un anno dalle elezioni presidenziali. Ma il leader della Casa Bianca ci crede, e oggi ha ribadito il perché in un lungo editoriale firmato sul Washington Post. Intervento raro, che rende l’idea della drammaticità del momento. «Oggi il mondo si trova a un punto di svolta, nel quale le scelte che compiamo – a partire dalle crisi in Europa e Medio Oriente – determineranno la direzione del nostro futuro per generazioni», apre la sua riflessione Biden. Che pone ai suoi concittadini, anche quelli che dissentono dalla sua linea, alcune domande cruciali: «Negheremo a Hamas la capacità di perpetrare il male puro, assoluto? Faremo sì che israeliani e palestinesi possano vivere un giorno Fiano a fianco in pace, con due Stati per due popoli? Faremo pagare a Vladimir Putin il conto della sua aggressione, così che il popolo ucraino possa vivere libero e l’Europa rimanga un pilastro per la pace e sicurezza globale? E cosa più importante di tutte, difenderemo senza tregua la nostra visione del futuro, o lasceremo che chi non condivide i nostri valori trascini il mondo in un posto più pericoloso e diviso?». Le scelte che ha di fronte in questo momento l’America, dice insomma Biden ai suoi e al mondo, non permettono di tirarsi indietro. Ecco dunque la linea che la Casa Bianca intende continuare a seguire.

I due nemici mondiali della libertà

Sia Putin che Hamas mirano a far collassare la stabilità delle rispettive regioni ed approfittare del caos che ne deriverebbe, sostiene Biden sul Washington Post. «L’America non può consentire e non consentirà che ciò accada: per i nostri interessi nazionali e per il bene del mondo intero». Per questo, ribadisce il leader Usa, il sostegno all’Ucraina deve continuare ad essere assicurato, insieme alle «50 nazioni che si sono unite a noi» in questo sforzo: condividendo, ricorda agli americani Biden, la «responsabilità economica» di quel supporto. Così come, dall’altra parte, gli Usa non possono che essere «fermamente al fianco del popolo israeliano» nella sua difesa contro il «nichilismo assassino di Hamas». Biden ricorda i massacri perpetrati dall’organizzazione terroristica palestinese il 7 ottobre, «il giorno più tragico per il popolo ebraico dalla Shoah», e la scelta senza precedenti di recarsi solo pochi giorni dopo a Tel Aviv, nel cuore di un Paese in guerra, per piangere insieme agli israeliani.

Un piano da subito per la Striscia

E tuttavia, tiene a precisare Biden, ora che Israele ha lanciato la sua offensiva dentro la Striscia per tentare di debellare Hamas, il pensiero non può che correre anche alle migliaia di vittime civili tra i palestinesi. «Ho anch’io il cuore spezzato dalle immagini che arrivano da Gaza e dalla morte di migliaia di civili, inclusi bambini», scrive Biden, ricordando le sofferenza di quella popolazione. «Il popolo palestinese merita un proprio Stato ed un futuro libero da Hamas», ribadisce Biden. Per questo, Israele non deve commettere gli errori compiuti anche dagli Usa in passato, come ricordato settimane fa a Tel Aviv. Altrimenti detto, la leadership dello Stato ebraico deve pensare sin d’ora agli scenari futuri che riguardano la Striscia di Gaza e la popolazione palestinese. E su questo Biden scolpisce una serie di princìpi molto chiari, che spera saranno recepiti in Israele. 1) Gaza non dovrà mai più essere usata come piattaforma per il terrorismo; 2) Non ci deve essere alcuno spostamento forzato di palestinesi da Gaza, né una sua rioccupazione, assedio o embargo, né alcuna riduzione del suo territorio; 3) Una volta che questa guerra sarà finita, «le voci del popolo palestinese e le loro aspirazioni dovranno essere al centro della governance di Gaza». Più chiamante ancora, «Gaza e la Cisgiordania dovranno essere riunite sotto una singola struttura di governi, in ultimo sotto un’Autorità palestinese rivitalizzata».

L’orizzonte della pace in Medio Oriente e nel mondo

Passi che la Casa Bianca ritiene indispensabili in vista del traguardo ultimo da raggiungersi, presto, per quel fazzoletto di terra insanguinato: la costituzione di due Stati per due popoli che possano vivere in pace l’uno a fianco all’altro, «con misure uguali di libertà, opportunità e dignità». «Da grandi tragedie e sconvolgimenti possono nascere enormi progressi: più speranza e più libertà, meno rabbia, dolore e guerra», conclude il suo appello agli americani e al mondo Joe Biden. Sperando di trovare ascolto, là fuori.

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