La Commissione Ue chiede all’Italia di rivedere la manovra: «Spesa pubblica troppo alta». Gentiloni: «Bocciatura? No, richiesta di correttivi» – Il video
È tutt’altro che entusiasta, la Commissione europea, del progetto di manovra per il 2024 presentato dall’Italia. E la ragione sta nella distanza che la legge di bilancio scaverebbe tra gli auspici Ue e la realtà su alcuni dei fondamentali macroeconomici del Paese. La valutazione dell’esecutivo di Bruxelles è contenuta nel parere sulla manovra pubblicato oggi, insieme a quelli relativi a tutti i progetti di bilancio dei 27 Stati Ue, come prevede il quadro di governance comune. Per quanto riguarda il nostro Paese, la Commissione ritiene «che l’Italia abbia compiuto progressi limitati per quanto riguarda gli elementi strutturali delle raccomandazioni di bilancio formulate dal Consiglio il 14 luglio 2023, e invita le autorità italiane ad accelerare i progressi». Quali sono i «progressi limitati»? Quelli che hanno a che fare con la messa sotto controllo della spesa pubblica, in primis. «Il Consiglio ha raccomandato all’Italia di assicurare una politica di bilancio prudente, in particolare limitando l’incremento nominale della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale nel 2024 a non più dell’1,3%. Secondo le previsioni d’autunno 2023 della Commissione, la spesa primaria netta finanziata a livello nazionale dell’Italia dovrebbe aumentare dello 0,9% nel 2024, che è al di sotto del tasso di crescita massimo raccomandato. Tuttavia, le attuali stime della spesa primaria netta finanziata a livello nazionale nel 2023 sono superiori a quelle previste al momento della raccomandazione (dello 0,8% del Pil)». Ecco perché, conclude l’esame dei tecnici Ue, «si ritiene che la spesa primaria netta finanziata a livello nazionale non sia pienamente in linea con la raccomandazione». Inoltre, ricorda la Commissione, il Consiglio aveva raccomandato all’Italia di adottare misure per la riduzione delle misure di sostegno energetico di emergenza in vigore, utilizzando i relativi risparmi per ridurre il deficit pubblico, il prima possibile nel 2023 e nel 2024. Ora, se è vero che il governo ha previsto il ritiro progressivo di quelle costose misure anti-crisi «al più presto nel 2023 e nel 2024», d’altro canto «si prevede che i relativi risparmi non saranno interamente utilizzati per ridurre il deficit pubblico. Ciò rischia di non essere pienamente in linea con la raccomandazione del Consiglio».
Le rassicurazioni di Gentiloni e i giudizi su Francia e Germania
«Non si tratta di una bocciatura, ma di un invito alla prudenza di bilancio e a utilizzare al meglio le risorse comuni europee», ha tenuto a precisare in conferenza stampa il Commissario europeo Paolo Gentiloni. «Noi per definizione abbiamo un rapporto costruttivo col governo italiano, come con i governi dell’Unione in generale», ma l’esame condotto rileva che la manovra allo studio, che approderà proprio domani in Parlamento, «non è pienamente in linea con le raccomandazioni europee». Nessun invito a prevedere «manovre correttive», ha ulteriormente chiarito Gentiloni rispondendo alle domande dei cronisti. «I nostri inviti sono, diciamo così, uniformi per i vari gruppi di Paesi. E per i Paesi non pienamente in linea sono inviti a prendere le misure opportune, non a fare manovre correttive». La valutazione della Commissione ha messo in luce d’altra parte serie perplessità sulle manovre anche di Francia e Germania. Per quanto riguarda Parigi, il tasto dolente è lo stesso dell’Italia: la spesa primaria netta, che secondo la Commissione, ancor più chiamante, «non rispetterà il tasso di crescita massimo raccomandato nel 2024». Il governo francese è perciò esplicitamente invitato «ad adottare le misure necessarie nell’ambito del processo di bilancio nazionale per garantire che la politica fiscale nel 2024 sarà in linea con la raccomandazione del Consiglio del 14 luglio 2023». Quanto a Berlino, la spesa qui dovrebbe restare sotto controllo ma a destare perplessità è la mancata riduzione prevista tra il 2023 e il 2024 delle misure di emergenza di sostegno per i costi dell’energia. Anche la manovra tedesca, dunque, come quella italiana, viene considerata al momento «non pienamente in linea con la raccomandazione del Consiglio».
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