Il vertice Brics si trasforma in un processo a Israele: «Genocidio a Gaza». Putin e Xi Jinping: «Cessate il fuoco, poi una conferenza di pace»
Vladimir Putin e Xi Jinping alzano i toni contro Israele, e si rifanno il look come portatori delle istanze palestinesi sulla scena internazionale. Il cambiamento di toni va in scena oggi alla riunione virtuale dei Brics, il blocco dei Paesi «emergenti» composto da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica che si va trasformando sempre più chiaramente in un agglomerato anti-occidentale, o per lo meno alternativo al sistema di valori e interessi propugnato da Usa e Ue. Ad aprire la riunione, e a «settore» il tono della discussione, focalizzato sulla guerra in corso in Medio Oriente, è stato Cyril Ramaphosa, presidente del Sudafrica che ha la presidenza di turno dei Brics. Ramaphosa ha puntato il dito contro il «genocidio» che Israele starebbe commettendo a Gaza. «La punizione collettiva dei civili palestinesi attraverso l’uso illegale della forza da parte di Israele è un crimine di guerra. La deliberata negazione di medicine, carburante, cibo e acqua ai residenti di Gaza equivale a un genocidio». Poco dopo nel corso del vertice ha preso la parola il presidente russo Vladimir Putin, che dall’alto del suo noto impegno per la sorte dei civili nei conflitti ha detto che nella Striscia di Gaza è in atto una «catastrofe umanitaria» che desta «profonda preoccupazione». Le pause umanitarie sono necessarie per la liberazione degli ostaggi e l’evacuazione dei civili, ha aggiunto Putin, ma la comunità internazionale dovrebbe coordinare gli sforzi al fine di arrivare a un duraturo cessate il fuoco e a una soluzione politica al conflitto israelo-palestinese.
Xi Jinping prende l’iniziativa diplomatica?
Nette le parole pronunciate poco dopo anche dal presidente cinese Xi Jinping. La causa principale del conflitto tra Israele e Hamas, ha ricostruito il leader di Pechino, «è che il diritto all’esistenza della Palestina e quello al ritorno del popolo palestinese sono stati a lungo ignorati». Per questo, nell’immediato Xi ha assicurato che il suo Paese fornirà maggiore sostegno e assistenza alla popolazione di Gaza, e ha chiesto l’istituzione di corridoi umanitari per proteggere i civili (palestinesi), il rilascio dei civili (israeliani) tenuti prigionieri e di «agire per prevenire la perdita di ulteriori vite umane». Nel medio periodo, il leader cinese ha evocato la necessità di una conferenza di pace internazionale per mettere fine alla guerra. «Non ci possono essere pace e sicurezza durature in Medio Oriente senza una giusta soluzione alla questione della Palestina», ha affermato Xi chiedendo che una conferenza di pace internazionale «sia organizzata al più presto per raggiungere un consenso internazionale».
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