Fiorella Mannoia cambia il finale della canzone: «Vi diremo ancora un altro…no»
«È un brano a cui sono molto legata, scritto da Enrico Ruggeri e da Luigi Schiavone e che ho portato a Sanremo nel lontano 1987… Ma ho deciso di cambiare il finale perché era giusto: dicevo sempre “Ti diremo ancora un altro sì”, ma non è mica vero… La cantavo e pensavo “non è mica detto, perché danno per scontato che dobbiamo dire un sì?”. Potrebbe essere un forse, o un no. E quando una donna dice no, con qualsiasi vestito, in qualsiasi circostanza e condizione, è no». Parola di Fiorella Mannoia che stasera si esibirà all’EuropAuditorium di Bologna con il grande jazzista Danilo Rea. E dato che la violenza sulle donne è sempre più un dibattito nel nostro paese l’artista, su Repubblica, cambia il finale della canzone “Quello che le donne non dicono”. «Purtroppo – prosegue – leggendo le cronache, ci si rende conto che la violenza sulle donne sembra essere una cosa che non trova soluzione, anzi pare che le cose stiano peggiorando, e oggi la rete divulga di più le notizie delle violenze e questo ci dà la dimensione del fenomeno. È una guerra e a innescarla è sempre lo stesso movente: un uomo che non accetta la volontà di una donna, ma a preoccuparmi è anche il fatto che alla violenza ci si abitui, per questo è fondamentale mantenere i riflettori puntati. Va abolita l’abitudine di colpevolizzare le vittime e di giustificare il carnefice. C’è ancora molto da fare, ed è un percorso che possiamo fare solo tutti insieme, perché siamo tutti vittime di stereotipi, uomini e donne. Io credo per cambiare mentalità dovremmo cominciare a parlare nelle scuole già ai bambini delle elementari, che sono più ricettivi, per insegnare il rispetto reciproco, nei confronti delle donne, del diverso, in generale per insegnare il rispetto umano». «È una battaglia che portiamo avanti con impegno anche con la Fondazione Una Nessuna Centomila, e sono felice che dopo il rinvio, ci sia finalmente la data per il nuovo concerto all’Arena di Verona: il 4 maggio 2024», spiega l’artista.
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