La contromanovra delle opposizioni tra salario minimo, piano casa e sanità: tutti gli emendamenti alla legge di bilancio del governo Meloni
Sono circa 2.650 in tutto gli emendamenti alla manovra presentati dalle opposizioni. Complice l’ingorgo dei lavori parlamentari, il testo del disegno di legge di Bilancio arriverà in Senato solo a metà dicembre, ma il governo resta fiducioso di chiudere l’iter prima di Natale. Nel frattempo, l’esecutivo si trova a dover fare i conti con la pioggia di emendamenti presentati dalle opposizioni. Il gruppo che ne ha presentati di più è il Pd (1.103), seguito da M5s (945), Alleanza Verdi Sinistra (329), Italia Viva (180) e Azione (91). Ognuno presenta la propria controproposta sulla legge di Bilancio, suggerendo modifiche e correttivi sulla ripartizione dei fondi. Ci sono alcuni temi su cui però le opposizioni hanno intenzione di presentarsi compatte. Due su tutti: salario minimo e sanità. Due battaglie su cui M5s, Pd, Avs e +Europa hanno presentato emendamenti comuni.
Salario minimo, fondi per la sanità e piano casa: gli emendamenti del Pd
Nella manovra alternativa a quella del governo preparata dal Pd di Elly Schlein spiccano i temi dei salari, della sanità e del caro affitti. Su quest’ultimo punto, per esempio, da via del Nazareno si chiede l’istituzione di un fondo da destinare agli studenti fuorisede, così come un pacchetto per rendere gratuito il trasporto pubblico degli studenti e fornire libri di testo e mense gratuite sotto una determinata soglia Isee. Per i più giovani il Pd chiede anche un aumento dei fondi per le borse di studio, così da adeguarle alla corsa dell’inflazione. Sul fronte della sanità la strategia di Schlein segue due direzioni: tornare a implementare il fondo sanitario nazionale e sbloccare le assunzioni. Due misure che secondo la segretaria dem contribuiranno a ridurre le liste d’attesa.
Al centro della contromanovra targata Pd non può che esserci la battaglia sul salario minimo, su cui Schlein non ha alcuna intenzione di cedere. L’idea presentata negli emendamenti dem prevede l’istituzione di un fondo per finanziare la misura, che – si sottolinea – rappresenta una risposta ai tre milioni e mezzo di lavoratori poveri in Italia. Per convincere anche le imprese della bontà dello strumento, il Pd propone di prevedere un credito di imposta per le aziende che non sono in grado di adeguarsi ai nove euro di paga minima oraria entro il 2024. Tra le centinaia di emendamenti dem c’è poi il tema delle assunzioni nella pubblica amministrazione: il Pd chiede l’inserimento di 35mila nuove figure. «La manovra del governo taglia le pensioni e non riserva nulla al diritto allo studio o alla sanità pubblica – ha attaccato nei giorni scorsi Schlein -. Da parte nostra puntiamo alle nostre priorità: sanità, scuola, pensioni, salari e politiche industriali che accompagnino la conversione ecologica e digitale».
Reddito di cittadinanza, riscatto della laurea e riduzione dell’orario di lavoro: gli emendamenti del M5s
Anche nella manovra del M5s è il tema del lavoro il vero protagonista. Tra le principali proposte inserite negli emendamenti spiccano il salario minimo legale – presentato insieme ad altri partiti di opposizione – ma anche la riduzione dell’orario di lavoro a parità di salario. Per quanto riguarda la scuola, anche Giuseppe Conte chiede misure contro il caro libri, così come la reintroduzione del bonus psicologo. E sempre per i giovani, il M5s chiede al governo di considerare il riscatto gratuito della laurea, un pacchetto «taglia mutui» e il ripristino delle agevolazioni sulla prima casa destinate agli under 36. C’è poi il capitolo pensioni, su cui Conte auspica il ripristino di Opzione Donna, il beneficio che consente alle lavoratrici di ottenere la pensione di anzianità con leggero anticipo.
Alcuni emendamenti del gruppo pentastellato chiedono al governo di fare marcia indietro sull’aumento dell’Iva per pannolini, assorbenti e prodotti per l’infanzia. Sulla sanità, il M5s conferma il fronte comune con le altre opposizioni per aumentare i fondi e ridurre le liste d’attesa. Mentre tra gli emendamenti spunta anche la proposta di reintrodurre il reddito di cittadinanza, una delle misure più identitarie dei Cinque Stelle abolita proprio dal governo Meloni. Per finanziare tutti questi capitoli di spesa, Conte suggerisce di prelevare gli extraprofitti di banche, società farmaceutiche, energetiche e assicurative. «Meloni aveva una Ferrari in mano ma le è mancato il coraggio e ci sta portando verso il vicolo cieco
della crescita zero – ha attaccato Conte nei giorni scorsi -. A me spiace per i cittadini raggirati da Meloni, a Chigi ci troviamo con un avatar».
Ripristino di 18app, fondi per il dissesto e sicurezza sul lavoro: gli emendamenti di Italia Viva
Tra gli emendamenti presentati da Italia Viva spiccano le richieste di risorse per il dissesto idrogeologico e il risarcimento dei danni per le calamità climatiche. Nel primo caso, il partito guidato da Matteo Renzi chiede l’istituzione di un fondo da un miliardo di euro per «finanziare progettazione e realizzazione di interventi di prevenzione o di messa in sicurezza». In un altro emendamento, sempre a firma di Renzi, si chiedono altri 400 milioni da destinare a Lombardia, Emilia-Romagna, Liguria e Toscana, le regioni più colpite dalle alluvioni dei mesi scorsi. C’è poi la questione sicurezza sul lavoro. La richiesta del gruppo di Italia Viva è di applicare meccanismi di sicurezza per il pronto spegnimento o il blocco automatico per i macchinari classificati come pericolosi, così da «ridurre il rischio che si verifichino altre tragedie sul lavoro come quelle di Luana D’Orazio e di Anila Grishaj». Tra le altre proposte c’è poi lo stanziamento di 150 milioni di euro a favore di chi è stato vittima di un errore giudiziario e l’aumento di 14 milioni di euro del fondo per il Reddito di libertà, riservato alle donne vittime di violenza di genere.
Alle proposte costruttive si aggiungono poi le richieste al governo di fare marcia indietro su alcuni provvedimenti. Un esempio? L’aumento dal 5 al 10% dell’Iva sui prodotti per l’infanzia, che Italia Viva chiede di annullare. Oppure il ripristino di 18App, lo strumento di diffusione della cultura tra i giovani introdotto proprio dal governo Renzi e poi cancellato. E sempre per i più giovani Italia Viva chiede di portare da 103 a 200 milioni il fondo per garantire la gratuità dei libri di testo a una platea «più ampia di quella attuale, estendendola a tutto il triennio della scuola secondaria e agli studenti in istruzione e formazione professionale, che oggi sono esclusi». Tra i nuovi capitoli di spesa che Italia Viva chiede di inserire c’è anche un fondo dedicato alla diagnosi dell’atrofia muscolare spinale (Sma) con una dotazione iniziale di 10 milioni di euro per garantire uno screening neonatale in tutto il Paese.
Credits foto: ANSA/Fabio Frustaci | L’aula del Senato durante le dichiarazioni di voto sul Ddl contro i femminicidi, Roma (22 novembre 2023)
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