Epidemia di polmoniti in Cina, Remuzzi: «Pechino sa ma non dice. Forse i lockdown hanno indebolito le difese dei bambini»
«È impossibile che in Cina non si sappia che cosa sia a causare le polmoniti, ma noi non abbiamo gli elementi per capire perché non ce li hanno dati». Interviene così Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto Mario Negri di Milano, sulla misteriosa epidemia di polmoniti non diagnosticate che sembra aver colpito molti bambini in Cina. Il 13 novembre scorso, le autorità di Pechino hanno dato notizia di un aumento delle malattie respiratorie nel Paese, spingendo anche l’Organizzazione mondiale della sanità a intervenire per chiedere chiarimenti. Le informazioni che sono filtrate finora in Occidente sono poche e molto frammentate. Eppure, sostiene Remuzzi, «il mistero c’è solo per chi non sa». E il problema semmai è che in Cina «purtroppo non c’è informazione».
La spiegazione di Remuzzi
Riuscire a capire cosa abbia causato l’epidemia di polmoniti non diagnosticate è complicato. Questo perché, avverte il direttore del Mario Negri, «da un lato i medici sono formidabili, mentre i politici hanno una logica diversa». Remuzzi azzarda però una possibile spiegazione di ciò che starebbe succedendo in Cina: «La possibilità che vedo più ragionevole – spiega il medico – è che i lunghi lockdown abbiano reso più fragile il sistema immunitario dei bambini. Probabilmente lockdown e chiusure delle scuole vanno bene, ma solo per brevi periodi, come hanno dimostrato studi recenti. Questa è una cosa che all’inizio della pandemia non si sapeva».
Cosa sta succedendo in Cina
All’indomani della richiesta di chiarimenti avanzata dall’Oms, le autorità sanitarie cinesi hanno ordinato agli ospedali di intensificare gli sforzi per il trattamento dei disturbi respiratori. Di recente, è stato segnalato un aumento dei casi di malattie simili all’influenza nella parte settentrionale del Paese e in particolare tra i bambini. Secondo l’avviso di ProMed, un rodato sistema di sorveglianza che monitora le epidemie di malattie umane e animali nel mondo, il principale sintomo è la febbre alta. Al momento sono Pechino e Liaoning le aree più colpite in Cina da questo tipo di polmonite. Il motivo per cui la notizia ha destato particolare scalpore in Occidente è che la vicenda riporta alla memoria gli inizi della pandemia da Covid-19, apparsa a Wuhan a fine 2019 ma tenuta nascosta dalle autorità cinesi per diverse settimane.
Credits foto: ANSA/Mourad Balti Touati | Giuseppe Remuzzi, direttore dell’Istituto di Ricerche Farmacologiche Mario Negri IRCCS, durante un convegno a Milano (14 settembre 2023)
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