Alberto Scagni torturato per ore in carcere da altri detenuti: è in coma farmacologico all’ospedale di Sanremo
Alberto Scagni, condannato per l’omicidio della sorella Alice a 24 anni e sei mesi, la scorsa notte è stato aggredito da altri due detenuti del carcere di Sanremo, che lo hanno sequestrato, picchiato e torturato per diverse ore. Il 43enne è stato portato nel pronto soccorso di un ospedale e si trova in condizioni critiche. Secondo quanto ricostruito dai sindacati di polizia Sappe e Uilpa i dettagli dell’aggressione, due detenuti di origine magrebina lo avrebbero sorpreso nella sezione detenuti protetti, picchiato con sedie e sgabelli, e torturato «fin quasi a ucciderlo». Gli aggressori, che hanno anche chiuso in un bagno un quarto detenuto minacciandolo e impedendogli di intervenire, «erano alterati dall’abuso di farmaci e alcolici preparati artigianalmente in cella macerando la frutta». Scagni è stato quindi ricoverato con lesioni e ferite da armi da taglio su tutto il corpo, e solo l’intervento degli agenti ha impedito che venisse ucciso nella cella. Per fermare le torture, gli agenti sono intervenuti con caschi e scudi e uno di loro ha rimediato due costole rotte e una prognosi di 21 giorni. Scagni era già stato picchiato alcune settimane fa dal suo compagni di cella nel carcere di Marassi, a Genova, e per questo era stato trasferito nella casa circondariale di Valle Armea.
L’intervento chirurgico e la prognosi
Dopo il salvataggio in extremis, Scagni è stato portato d’urgenza all’ospedale Borea di Sanremo, dove i medici lo hanno visitato – appurando che ha riportato diverse fratture, tra cui quella del naso, e numerosi lesioni al volto e al collo. Scagni è stato quindi sottoposto a un intervento chirurgico al volto poi intubato e posto in coma farmacologico nel reparto di Rianimazione. Al momento non sarebbe in pericolo di vita.
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