Black Friday, lo sciopero dei lavoratori rovina la festa ad Amazon: «Il più esteso di sempre nella storia dell’azienda»
«Make Amazon pay», fate pagare Amazon. È questo lo slogan intonato dai lavoratori del colosso dell’e-commerce che oggi hanno deciso di incrociare le braccia, in coincidenza con la giornata delle promozioni commerciali più celebre dell’anno, il Black Friday. Tra i 30 Paesi coinvolti dallo sciopero c’è anche l’Italia, e in particolare il centro di smistamento di Castel San Giovanni, nel Piacentino. Per far sentire la propria voce, i dipendenti hanno scelto di manifestare proprio nel giorno emblematico a livello globale per i prezzi stracciati e dello shopping sfrenato. Le richieste avanzate dai lavoratori del colosso fondato da Jeff Bezos sono essenzialmente due: salari più alti e condizioni di lavoro più dignitose. «In Italia siamo abituati a difendere i nostri diritti e questa volta non è diverso», ha commentato l’esponente di Filcams Cgil Giampaolo Meloni, che lavora nel magazzino di Castel San Giovanni. «Lavorare in Amazon – ha aggiunto – ci ha mostrato la necessità di un fronte unito per lottare per salari equi e condizioni di lavoro sicure».
Lo sciopero in Italia
In Italia ci sono anche Cgil, Cisl e Uil tra i sindacati che hanno organizzato lo sciopero in occasione del Black Friday per i dipendenti di Castel San Giovanni. E come spesso avviene in questi casi, i dati sulla partecipazione sono contrastanti. Secondo i sindacati, il 60% dei dipendenti a tempo indeterminato e il 50% di quelli interinali hanno aderito alla giornata di sciopero. L’azienda sostiene invece che «oggi l’86% dei dipendenti del sito di Castel San Giovanni si è recato al lavoro come ogni giorno» e che non è stato registrato alcun impatto sulle attività quotidiane.
November 24, 2023
La replica dell’azienda
In una nota pubblicata in giornata, Amazon ribatte punto per punto alle accuse mosse dai sindacati, a partire dalla questione degli stipendi. «A partire dal primo ottobre 2023, la retribuzione di ingresso a Castel San Giovanni è stata portata a 1.765 euro, cioè circa il 7% in più rispetto a quanto previsto dal Ccnl», fa sapere il ramo italiano del colosso dell’e-commerce. Per quanto riguarda le polemiche sulle condizioni lavorative, Amazon assicura di garantire a tutti i suoi dipendenti «un ambiente di lavoro moderno, sicuro e inclusivo». Infine, una replica allo slogan Make Amazon Pay: «Dal suo insediamento in Italia – ribatte l’azienda – Amazon ha investito 16,9 miliardi di euro e ha creato 18.000 posti di lavoro a tempo indeterminato in oltre 60 siti».
Gli altri scioperi di Amazon in Europa
A incrociare le braccia in occasione del Black Friday non sono solo i dipendenti di Amazon Italia, ma anche di tanti altri Paesi europei. Nel Regno Unito, per esempio, i lavoratori scioperano già da alcune settimane per chiedere il rinnovo del contratto. Secondo Amanda Gearing, del sindacato Gmb, quello di oggi è «il più grande giorno di sciopero» nella storia trentennale di Amazon e ha visto la partecipazione di circa mille dipendenti. L’astensione del lavoro è arrivata anche in Germania, con i lavoratori di cinque sedi – Bad Hersfeld, Dortmund, Coblenza, Lipsia e Rheinberg – che hanno incrociato le braccia per 24 ore. Anche in questo caso i problemi di cui si lamentano i dipendenti sono gli stessi dei loro colleghi d’oltremanica. «Ogni giorno affrontiamo le stesse sfide nel nostro magazzino di Amazon: salari bassi, stress elevato e mancanza di rispetto per i nostri diritti», ha spiegato il dipendente Rainer Reising. In Spagna, il sindacato Ccoo ha chiesto ai lavoratori dei magazzini e delle consegne di organizzare uno sciopero di un’ora per ogni turno di lavoro durante il «Cyber Monday», l’ultimo dei dieci giorni di offerta speciale Amazon. In Francia, infine, sono stati presi di mira gli Amazon Locker. Con l’organizzazione anti-globalizzazoine Attac che ha invitato gli attivisti a tappezzare gli armadietti con manifesti e nastro adesivo.
November 24, 2023
Credits foto: EPA/Christopher Neundorf | Lavoratori di Amazon in sciopero davanti al centro logistico di Dortmund, in Germania (24 novembre 2023)
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