La lettera di Elena Cecchettin alla sorella Giulia: «La tua assenza mi provoca un dolore lancinante, ma ora è il momento di reagire»
«Questa casa, che fino a poco più di un anno fa era troppo piccola, ora sembra così vuota, così grande e spenta». Inizia così la lettera di Elena Cecchettin pubblicata oggi sul Corriere del Veneto e indirizzata a sua sorella Giulia, uccisa dal fidanzato Filippo Turetta. Fin dai giorni immediatamente successivi al ritrovamento del cadavere, Elena ha fatto capire che non sarebbe rimasta in silenzio. Ed è anche grazie ai suoi appelli se l’omicidio di Giulia Cecchettin ha dato vita a un rinnovato dibattito sulla violenza di genere come un problema strutturale e ancora irrisolto. Oggi, in occasione della giornata internazionale contro la violenza sulle donne, Elena continua a portare avanti la sua battaglia in onore di sua sorella. Ed è proprio a lei che si rivolge nella lettera pubblicata oggi sul Corriere: «Ci deve essere un cambiamento, una rivoluzione culturale, che insegni il rispetto, l’educazione, l’affettività. Che insegni ad accettare i no, che insegni che le donne non sono proprietà di nessuno».
Il messaggio integrale
Questa casa, che fino a poco più di un anno fa era troppo piccola, ora sembra così vuota, così grande e spenta. Così il vuoto che mi porto dentro per la tua assenza. Così il vuoto di quando ti cerco per raccontarti di quello che mi succede, dimenticandomi che non ci sei più. Così grande, così incolmabile il vuoto che la tua assenza lascia dentro di me. Così grande la rabbia come il dolore nel realizzare che la tua assenza, la tua morte sono state causate da un individuo con un nome e un cognome. Un individuo che si è sentito autorizzato a portarti via da me. Un individuo che non è stato educato al consenso, al rispetto e alla libertà di scelta. Affinché nessuno più debba sentire il vuoto che sento io, il dolore lancinante che nel buio della mia camera sento incessantemente, dobbiamo reagire. Ci deve essere un cambiamento, una rivoluzione culturale, che insegni il rispetto, l’educazione, l’affettività. Che insegni ad accettare i no, che insegni che le donne non sono proprietà di nessuno.
Credits foto: INSTAGRAM | Giulia ed Elena Cecchettin in una foto pubblicata sul profilo instagram della giovane uccisa dall’ex fidanzato
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