Francia, arrestato un ventenne per l’omicidio di Thomas a Crèpol. E l’estrema destra attacca: «È un francocidio»
C’è un sospettato nelle indagini sulla morte di Thomas, il liceale di 16 anni accoltellato una settimana fa a Crépol, in Francia, a una festa di paese. Si tratta del ventenne pregiudicato Chaïd Akabli, che è stato arrestato in un piccolo hotel di Tolosa mentre progettava una fuga in Spagna. Il drammatico episodio – descritto Oltralpe come «il massacro di Crèpol» – è stato cavalcato dall’estrema destra, che denuncia da giorni «l’arrivo nelle nostre campagne dei delinquenti delle banlieue». Il procuratore di Valence, Laurent de Caigny, ha fatto sapere che Akabli è stato arrestato assieme ad altri otto compagni, è di nazionalità francese e vive a Romans-sur-Isère, una cittadina vicina al piccolo villaggio di Crépol. Il ragazzo era già noto alle forze dell’ordine per altri piccoli reati. In passato è infatti stato multato per ricettazione e per essere stato sorpreso in strada armato di coltello.
Chi è il presunto assassino di Thomas
Akabli nega ogni accusa, ma è stato ufficialmente iscritto nel registro degli indagati come «il possibile autore della coltellata» che ha ucciso Thomas. Il ragazzo non ha un lavoro fisso, vive con la madre di origine magrebina e, secondo altri abitanti della zona, si guadagnerebbe da vivere facendo alcuni lavoretti per gli spacciatori del paese. L’episodio per cui è indagato è avvenuto nella notte tra sabato 18 e domenica 19 novembre, quando la banda di Akabli ha assaltato la sala delle feste di Crèpol colpendo chiunque capitasse a tiro con coltelli e accette. Il bilancio della tragica serata è di venti accoltellati, di cui due gravissimi, e un morto: Thomas, 16 anni.
Le accuse dell’estrema destra francese
Ad alimentare la narrazione dell’estrema destra francese, che da giorni cavalca il caso di cronaca, contribuisce il fatto che uno degli assalitori avrebbe urlato «Siamo qui per accoltellare i bianchi». Marine Le Pen, leader del Rassemblement National, sostiene che «i francesi non si sentono più al sicuro da nessuna parte», mentre Eric Zemmour – l’altro politico di riferimento della destra francese – parla di «francocidio».
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