Secondo giorno di tregua a Gaza, Hamas: «Consegnati gli ostaggi israeliani alla Croce Rossa». L’Idf: «In viaggio verso Rafah»
Per qualche ora è sembrato che potesse saltare tutto, poi è arrivata la conferma sia da parte israeliana che da parte di Hamas: il rilascio degli ostaggi concordato per oggi, sabato 25 novembre, si farà. Il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, che insieme agli Stati Uniti sta lavorando come mediatore tra le due parti, ha affermato che in serata saranno rilasciati 39 detenuti palestinesi in cambio del rilascio di 13 ostaggi israeliani e sette stranieri. Lo scambio è avvenuto poco prima della mezzanotte, ora locale, prima del termine dell’ultimatum di Israele. Le Brigate Ezzedine al-Qassam, il braccio armato di Hamas, hanno annunciato di aver consegnato alla Croce rossa internazionale 13 ostaggi israeliani (8 bambini e 5 donne) e sette stranieri. «Sulla base delle informazioni ricevute dalla Croce Rossa, gli ostaggi sono attualmente in viaggio verso il valico di Rafah nella Striscia di Gaza», ha assicurato un portavoce dell’Idf.
La mediazione di Biden
A sbloccare l’impasse è stata la chiamata di Joe Biden, che oggi ha parlato direttamente con l’emiro e il premier del Qatar per chiedere chiarimenti sul ritardo nel rilascio degli ostaggi. Dopo la conversazione telefonica, ha fatto sapere una portavoce della Casa Bianca, alti funzionari statunitensi sono entrati in contatto con israeliani, qatarioti ed egiziani per superare gli ostacoli e far rispettare l’accordo per la consegna dei prigionieri. L’impasse è stata infine superata, anche se nel secondo giorno di tregua il cessate-il-fuoco tra Israele e Hamas è rimasto per ore appeso a un filo.
Il ritardo nel rilascio degli ostaggi
Inizialmente si è parlato di un problema relativo alla contemporaneità dello scambio: i prigionieri israeliani e i detenuti palestinesi devono essere rilasciati nello stesso momento. Poi Hamas ha accusato lo Stato ebraico di non rispettare i patti e di aver compiuto numerose violazioni degli accordi, rallentando fino a fermare il processo di rilascio degli ostaggi. Hamas ha dichiarato che non riprenderà fino a quando tutti i camion con gli aiuti non saranno entrati nella Striscia di Gaza. Ma la decisione ha fatto infuriare le autorità israeliane. «Hamas sa che se gli ostaggi non saranno rilasciati entro la mezzanotte, l’esercito riprenderà le operazioni di guerra. E quindi sta cercando di controllare la narrativa», riferiscono i media locali. Sono 13 le persone che dovrebbero essere rilasciate oggi, 8 delle quali bambini. Secondo le tv israeliane, si tratta per la maggior parte di ostaggi rapiti durante l’attacco del 7 ottobre al kibbutz di Beeri, uno dei più colpiti.
Secondo giorno di tregua
Il servizio penitenziario israeliano dovrebbe liberare i 42 detenuti palestinesi, donne e minori, in cambio degli ostaggi israeliani trattenuti di Hamas a Gaza. In base alla lista ricevuta nelle prossime ore dovrebbero esser rilasciati 14 ostaggi, sulla base del rapporto di un ostaggio per tre detenuti palestinesi. Ieri sono stati liberati 13 israeliani nelle mani di Hamas dallo scorso 7 ottobre, in base all’accordo di cessate-il-fuoco entrato in vigore dal 24 novembre, che prevede uno scambio con diverse decine di detenuti palestinesi. Oltre ai 13 israeliani – tra cui anche 4 bambini – nel pomeriggio sono stati rilasciati a Gaza anche 10 prigionieri di nazionalità thailandese ed un filippino, tutti lavoratori stranieri sequestrati durante gli attacchi nel kibbutz di Nir Oz. In quella stessa comunità furono prese 75 persone, 13 delle quali bambini. Le persone rilasciate hanno attraversato il valico di Nitzana grazie alla Croce Rossa e hanno raggiunto lo Shin Bet, i servizi di sicurezza interni dello Stato ebraico. Oggi, in base all’accordo tra Israele e Hamas, saranno liberati altri 13 ostaggi portati nella Striscia di Gaza. Secondo quanto riporta Channel 12, nella lista che è stata consegnata dai miliziani alle autorità israeliane c’è un numero maggiore di bambini rispetto a quelli rilasciati ieri. Tesi confermata anche dall’ufficio del primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, spiegando che le famiglie degli ostaggi sono state informate dai funzionari della sicurezza. La tregua di quattro giorni, partita alle 7 di ieri mattina ora locale, può potenzialmente essere estesa di un giorno in più per permettere ulteriori liberazioni.
Credits foto: EPA/Mohammed Saber | Un uomo palestinese in viaggio verso la parte nord della Striscia di Gaza (25 novembre 2023)
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