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Non ci sono prove che i frammenti dell’mRNA dei vaccini causino tumori

25 Novembre 2023 - 10:03 Juanne Pili
Gli autori stessi spiegano che non si evince alcuna pericolosità dell’allattamento nelle donne vaccinate

Ci segnalano una clip condivisa su Facebook tratta da Radio Radio, dove Giovanni Frajese riporta informazioni controverse sui vaccini Covid. L’intervento è in qualche modo in difesa del collega Massimo Citro, anch’egli colto a diffondere informazioni fuorvianti sul tema degli mRNA, delle Spike e della loro presunta cancerogenicità. Ecco perché si tratta di affermazioni prive di fondamento scientifico.

Per chi ha fretta:

  • Uno studio di The Lancet limitato a sole 13 donne in allattamento viene suggerito che l’mRNA dei vaccini possa distribuirsi anche al di là del sito di iniezione.
  • Il dottor Frajese cita lo studio per sostenere una presunta pericolosità dei vaccini Covid.
  • I ricercatori hanno spiegato che il loro lavoro non smentisce la sicurezza dei vaccini.
  • Inoltre non è chiaro come quantità sporadiche di mRNA frammentario ingerito, possano avere gli stessi effetti attribuiti a quello inoculato.
  • Non ci sono prove che causino tumori. Ricordando come ancora oggi la Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro consigli la vaccinazione anti Covid.

Analisi

Nel copy relativo alla condivisione della clip dove si parla di mRNA dei vaccini, si cita una frase dello stesso Frajese:

“Assurdo come dopo due anni e centinaia di pubblicazioni sugli eventi avversi si proceda ancora in questa maniera” Il prof. Giovanni Frajese a Un Giorno Speciale

La parte di maggior interesse è quella in cui il medico fa riferimento a uno studio di The Lancet relativo a tracce di mRNA dei vaccini Covid nel latte materno. Frajese lo cita per sostenere, secondo le sue opinioni, che ci sia un rischio di riscontrare tumori a seguito e a causa della vaccinazione.

Lo studio sul mRNA dei vaccini nel latte materno

Il paper in cui si fa riferimento ad alcune tracce di mRNA dei vaccini Covid si intitola Biodistribution of mRNA Covid-19 vaccines in human breast milk. Frajese accenna al fatto che i ricercatori lo trovano in forma frammentaria nel latte materno, infatti l’mRNA necessario alla codifica delle proteine Spike, viene degradato in breve tempo dall’organismo.

L’anno scorso avevamo trattato in una nostra precedente analisi la lettera che gli stessi autori pubblicarono su JAMA Pediatrics, riguardante 11 donne. Lo studio in oggetto, del settembre 2023, arriva a conteggiare in tutto 13 mamme in allattamento. Come avevamo accennato in precedenza, tutto questo ricorda la narrazione (altrettanto infondata) di Byram Bridle, il quale è stato uno dei primi a parlare di «Spike tossica» trasmessa dalle madri ai figli tramite l’allattamento.

Sia nella lettera del 2022 che nello studio di quest’anno i ricercatori riconoscono la limitatezza del loro campione. Soprattutto, gli autori stessi spiegano che non si evince alcuna pericolosità dell’allattamento nelle donne vaccinate; anche se invitano comunque alla prudenza entro le 48 dalla vaccinazione, è comunque noto che l’mRNA per funzionare dovrebbe essere inoculato, non ingerito.

«Poiché sono presenti solo delle tracce ed è assente una chiara attività traslazionale, riteniamo che l’allattamento al seno dopo la vaccinazione sia sicuro» – spiegano nuovamente i ricercatori -«, soprattutto 48 ore dopo la vaccinazione». Facciamo notare infine, che nello studio non si parla mai di complicazioni emerse nei bambini a seguito dell’allattamento.

Non ci sono prove che causino tumori

«Gli autori di quello stesso articolo» – continua Frajese – «forse ignorano che l’RNA se viene degradato e diventa a pezzi e non codifica più per la Spike, diventa un elemento di tipo oncogenico; cioè, piccoli pezzi di RNA sono in grado di interagire con lo sviluppo della riproduzione cellulare, causando dei tumori».

Insomma, dalle stesse affermazioni di Frajese è chiaro che il medico citi uno studio, il quale non è affatto un esempio tra le presunte “tante” ricerche a sostegno di una presunta pericolosità dei vaccini Covid, per sostenere un rischio non provato in tali condizioni. Del resto si possono trovare anche tanti studi a sostegno dell’omeopatia o di tante altre discipline non supportate dalla comunità scientifica. Frajese fa delle deduzioni senza riferimenti a pubblicazioni proprie o di altri ricercatori, dove si evince direttamente tale conclusione, dimostrandola.

Segnaliamo anche l’analisi dei colleghi di Facta che hanno trattato per primi la clip in oggetto, ricordando come anche la Fondazione AIRC per la ricerca sul cancro consigli ancora oggi la vaccinazione anti Covid.

Conclusioni

Risulta evidente che lo studio citato non dimostri una pericolosità dei vaccini anti Covid. Gli autori dello studio affermano il contrario, ossia che sono sicuri. Non vi sono prove attraverso studi di qualità che dimostrino un pericolo come quello illustrato da Frajese nel suo intervento. Ancora oggi la vaccinazione anti Covid viene consigliata ai malati di tumore.

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