Femminicidio Cecchettin, l’auto di Turetta ancora in Germania: verrà portata in Italia e analizzata dal Ris di Parma
Mentre Filippo Turetta è nel carcere di Verona, in attesa dell’interrogatorio di garanzia che si terrà davanti al gip martedì 28 novembre, ulteriori elementi di indagine sull’omicidio di Giulia Cecchettin e sulla fuga dell’indagato arriveranno nei prossimi giorni, o al massimo entro la prossima settimana. L’autopsia sul corpo della 22enne di Vigonovo verrà eseguita venerdì 1 dicembre, mentre si attende il via libera definitivo delle autorità tedesche alla richiesta della Procura di Venezia sul sequestro dell’auto di Turetta, e sugli oggetti in essa contenuti. La magistratura tedesca dovrebbe decidere in queste ore, poi la Fiat Grande Punto dovrebbe tornare in Italia per essere analizzata. Stando a quanto riferisce Ansa, non è stata ancora esaminata e i primi a effettuare le perizie tecnico-scientifiche saranno i carabinieri del Ris di Parma. È un elemento importante per le indagini. Si tratta dell’auto sulla quale Turetta, secondo la ricostruzione degli investigatori, ha trascinato Cecchettin la sera della scomparsa, prima di abbandonarla senza vita in un canalone nella zona del lago di Barcis. Poi a bordo dell’auto è iniziata la sua fuga, tra l’Italia, l’Austria e la Germania, fino alla sua identificazione all’arresto una settimana dopo vicino Lipsia.
I reperti nell’auto
Se sono già in corso le analisi sui reperti trovati accanto al corpo di Giulia Cecchettin, lo stesso verrà fatto su quelli nell’auto di Turetta una volta che rientrerà in Italia. Del trasferimento si occuperanno i carabinieri su disposizione della Procura, il mezzo verrà recuperato con una bisarca – un autocarro a due piani -. Nella Fiat, tra gli oggetti trovati, ci sono circa 300 euro in contanti, un coltello e un guanto. Sui primi due potrebbe insistere il pm Andrea Petroni se decidesse di intervenire domani durante l’interrogatorio di garanzia davanti al gip per una eventuale contestazione della premeditazione. Il giovane è accusato di omicidio volontario aggravato, ma la Procura potrebbe poi, nel corso del procedimento, contestare nuove aggravanti, come appunto la premeditazione o la crudeltà, e il reato di occultamento di cadavere, anche con richiesta di integrazione della misura cautelare che ha portato all’arresto. Oltre ai contanti che hanno permesso al giovane di non essere tracciato durante la fuga e il coltello trovato nell’auto, altri elementi spingono gli investigatori a ipotizzare la premeditazione. Come l’acquisto del nastro adesivo alcuni giorni prima dell’omicidio.
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