Cosa c’è dietro l’allarme di Crosetto (e Meloni) sui giudici: «Un’inchiesta su persone “molto vicine alla premier»
Un’inchiesta giudiziaria in arrivo sul governo Meloni. Secondo «notizie riferite da persone credibili». E «gravi, se confermate». Dietro l’intervista con cui Guido Crosetto ha lanciato l’allarme contro la magistratura c’è una paura diffusa nell’esecutivo. Tanto che le parole del ministro della Difesa «sono state concordate» con la premier Giorgia Meloni. E lui dice di essere pronto a riferire al Copasir (dove le sedute sono segrete) o all’Antimafia (dove possono esserlo). Nel mirino del ministro ci sono anche due interventi. Uno del magistrato in pensione Nello Rossi sulla rivista di Magistratura Democratica. E un congresso della componente Area in cui si evoca la «funzione anti maggioritaria» delle toghe. E «l’opposizione a questo governo». Oltre a quello che resta per ora riservato.
Regressione democratica
Le riunioni a cui fa riferimento Crosetto sono due. La prima risalirebbe ai primi di settembre: il congresso palermitano della corrente Area. Si tratta di un vertice in cui la funzione «anti-maggioritaria» della magistratura e l’opposizione a questo governo sono state annunciate in modo aperto. Nel mirino c’è l’intervento di Stefano Musolino, segretario nazionale di Md, componente della corrente che in totale ha 900 iscritti su 9 mila magistrati. Musolino avrebbe difeso l’indipendenza della magistratura anche quando «maggioranze contingenti avessero messo sotto scacco o in pericolo i diritti costituzionali». In quel caso, secondo il segretario Md, il ruolo della magistratura dovrebbe essere di riequilibrio a tutela dei diritti fondamentali.
Deriva polacca
Un mese dopo l’intervento si è svolto il congresso di Md a Napoli: si parla del rischio di una deriva polacca, ovvero dello stravolgimento dello Stato di diritto e dell’indipendenza della magistratura. Nell’editoriale di Rossi si parla invece della funzione di garanzia che non può assumere un magistrato «burocrate», presunto segnale di uno spostamento a sinistra dell’intera Md, che avrebbe messo nel mirino l’Associazione Nazionale Magistrati. Lo stesso Crosetto avrebbe pubblicato nella chat di Fratelli d’Italia un link a un’assemblea pubblica di AreaDG. Mentre Il Giornale parla di una potenziale inchiesta per finanziamento illecito a carico di persone «molto vicine» a Giorgia Meloni. Un’eventuale inchiesta, è il ragionamento, sarebbe sufficiente per scatenare il sospetto di una manina dietro un’indagine che potrebbe scoppiare prima delle elezioni europee.
L’inchiesta
Stando a quanto scrive il quotidiano, un’inchiesta costituirebbe un’anticipazione di condanna, anche se poi dalle indagini non dovessero emergere reati. «Mettiamola così. Le procure sanno che se gettano l’amo in alcuni laghetti qualcosa pescano. Il problema è che semmai, in passato, per i governi di sinistra quell’amo si sono ben guardati dal lanciarlo», è il ragionamento di un inquirente a riposo con il quotidiano.
Finanziamento illecito
Insieme a quest’ipotesi, sui giornali ne circola un’altra che riguarda i fondi del Pnrr. La Stampa riferisce che il retropensiero della premier riguarderebbe inchieste costruite ad arte e con una tempistica precisa. Il quotidiano ricorda anche che le parole di Crosetto arrivano mentre i giudici devono decidere sul rinvio a giudizio di Andrea Delmastro sul caso Cospito. Mentre appena tre giorni fa è stata revocata la scorta a Emanuela Attura, la Gip che aveva deciso l’imputazione coatta del sottosegretario. Intanto, proprio a proposito del Pnrr, Roberto Rossi, procuratore distrettuale Antimafia di Bari ed ex componente del Consiglio Superiore della Magistratura, dice a La Repubblica che «il controllo di legalità è un interesse, sono sicuro, prima di tutto del governo che ha tutto il guadagno che i soldi vengano spesi. E spesi bene. Creare conflitti non serve alla cosa più importante: e cioè che la pubblica amministrazione funzioni nel migliore dei modi».
Inchieste ad orologeria
Ad agosto sempre Crosetto aveva parlato di dossieraggio illegittimo sui suoi guadagni per il lavoro con Leonardo. Dell’intervista il ministro aveva parlato anche con Giovanbattista Fazzolari, braccio destro della premier. Alla fine di ottobre si era parlato di un servizio di Report sul ministro Lollobrigida. Ma la trasmissione di Raitre aveva smentito.
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