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Strage di Fidene, Campiti rinviato a giudizio. Tiro a Segno e Viminale responsabili civili

27 Novembre 2023 - 13:13 Ludovica Di Ridolfi
claudio campiti consorzio valleverde mafiosi
claudio campiti consorzio valleverde mafiosi
Campiti è accusato anche di tentato omicidio nei confronti di cinque persone e lesioni post traumatiche per sette. La sparatoria nel corso di una riunione del consorzio, in un bar alle porte di Roma

È stato rinviato a giudizio Claudio Campiti, l’uomo che l’11 dicembre scorso ha aperto il fuoco durante una riunione del consorzio Valleverde – un comprensorio di villette, alcune in costruzione, situate nel reatino presso il Lago di Turano – uccidendo quattro donne. Il Ministero dell’Interno, quello della Difesa e la sezione romana del Tiro a Segno parteciperanno al processo sulla strage di Fidene nella veste di responsabili civili. Così ha deciso oggi, 27 novembre, il Gup di Roma che ha invece respinto la richiesta di costituzione a parte civile della Federazione nazionale di tiro a volo. Prima udienza il prossimo 5 febbraio 2024.

Le responsabilità

L’arma usata dal killer era una pistola sottratta al poligono di tiro di Tor di Quinto, dove Campiti si allenava abitualmente ma dove, stando ad alcuni documenti rintracciati dalle parti civili, i controlli sarebbero stati carenti sia all’ingresso sia all’uscita. Di qui la richiesta di includere, come responsabili civili, la Federazione nazionale di Tiro a volo e i Ministeri dell’Interno e della Difesa, mentre il presidente e un dipendente del poligono sono già stati rinviati a giudizio. Gli avvocati di tutti e tre gli enti, nel corso delle scorse udienze, avevano chiesto di essere esclusi dalla responsabilità che, se confermata, imporrà loro di partecipare in solido al risarcimento delle vittime in sede civile e penale. Lo scorso 16 novembre, aveva acceso la polemica, poi, la tesi dell’avvocato dell’Unione Italiana Tiro a Segno, secondo cui le vittime potrebbero esser morte per «patologie pregresse»: la contestata argomentazione che aveva portato avanti è che, non avendo potuto partecipare alle autopsie, non aveva potuto esercitare il diritto alla difesa e che il quadro accusatorio poteva essere, invece, smentito. Secondo i familiari delle vittime, la tragedia avrebbe potuto essere evitata con maggiori controlli da parte, in particolare, del Poligono da cui è stata sottratta l’arma della strage. Campiti è accusato di quattro omicidi volontari: tre vittime sono morte sul colpo, una in seguito alle ferite causate dai suoi spari. A questo si aggiunge il tentato omicidio di altre cinque persone e le lesioni «post traumatiche» dei sopravvissuti.

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