Bertolaso sul disastro di Roma per Expo 2030: «Ridotta a una discarica e nessuno si scusa: neanche un aborigeno l’avrebbe votata»
Si sente umiliato e arrabbiato Guido Bertolaso dopo la bocciatura di Roma per Expo 2030. E inevitabile per l’assessore regionale della Lombardia al Welfare è il paragone con Expo 2015 a Milano, obiettivo che rivendica assieme al sindaco di Milano, Beppe Sala, quando lui, romano, era a capo della Protezione civile. Otto anni fa, ricorda Bertolaso, assieme a Sala «ci siamo sentiti un po’ parte di quella grande avventura» dice citato da AdnKronos a margine dell’inaugurazione dello Ieo Proton Center. Il giorno dopo la vittoria di Riad nell’aggiudicarsi la sede dell’esposizione universale, Bertolaso commenta con durezza: «Come cittadino romano oggi non posso non manifestare la mia grande umiliazione per la scelta che è stata fatta ieri». E non solo per quella, ma anche per «il ruolo riservato alla mia città, che amo come la mia famiglia». Più volte vicino alla candidatura a sindaco di Roma, Bertolaso di fatto attacca chi oggi amministra la città e chi lo ha fatto negli ultimi anni, dal Pd Roberto Gualtieri alla grillina Virginia Raggi. Il terzo posto della Capitale, che ha raccolto meno voti anche della coreana Busan, in qualche modo non lo sorprende: «Mi ha addolorato parecchio. Oggi vediamo gli alibi che vengono fuori. Neanche un aborigeno avrebbe votato per Roma, la più bella città del mondo che è stata ridotta come una discarica a cielo aperto e nessuno chiede scusa e pensa anche di andarsene di notte lasciando il disastro che ha combinato in questi anni. Siamo arrivati a questa umiliazione che da cittadino romano mi avvilisce e mi provoca anche molta rabbia».
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