Ultimo giorno di tregua, rilasciati 10 ostaggi israeliani e 4 thailandesi. Ancora nessun nuovo accordo
Sono stati rilasciati, nel quinto giorno di tregua, 10 ostaggi israeliani e 4 cittadini thailandesi rapiti da Hamas negli attacchi del 7 ottobre scorso. Si tratta di 5 adolescenti e 5 donne, che secondo il portavoce dell’esercito dello Stato ebraico sono già stati affidati al personale della Croce Rossa che li ha trasportati in Egitto, dove verranno presi in carico dalle forze di sicurezza israeliane nel punto di incontro di Kerem Shalom. Qui avverrà l’identificazione e proseguiranno poi il loro viaggio verso Israele, sottoponendosi alle visite e alle cure necessarie. Ecco la lista degli ostaggi rilasciati oggi, con le loro età, rapiti in maggioranza dal kibbutz di Beeri: Gali Tarshanksy (13 anni), Ofir Engel (17), Amit Shani (16), Liam Or (18 anni), Itay Regev (18 anni, rapito dal rave di Reim, i cui familiari erano stati rilasciati sabato scorso), Yarden Roman Gat (36), Raaya Rotem (54 anni, la figlia Hila era stata liberata nei giorni scorsi), Raz Ben-Ami (57), Moran Yanai (40 anni, anche lei rapita alla festa di Reim) e Liat Atzili (49 anni, seconda cittadina con passaporto statunitense liberata dopo la bimba di 4 anni Abigail). A loro si aggiungono le due donne israelo-russe Elena Trupanov, 50 anni, e la madre Irena Tatti, 73, e i quattro cittadini thailandesi.
Prolungare la tregua
Il processo di rilascio aveva subito un rallentamento nel pomeriggio, per poi proseguire e concludersi. Ma nel frattempo non vi è alcuna novità sul prolungamento della tregua: il precedente accordo scadrà in queste ore, oggi era l’ultimo giorno di cessate il fuoco. I mediatori, a cominciare da Usa, Qatar ed Egitto, premono perché si arrivi a un’ulteriore estensione degli accordi, tale da consentire anche l’ingresso nella Striscia di ulteriori aiuti umanitari urgenti. In serata, un alto funzionario di Hamas in Libano ha fatto sapere che «gli sforzi per estendere la tregua non sono ancora maturati», e l’offerta di Israele non è stata ritenuta degna di studio. Un altro responsabile di Hamas, l’ex ministro della Salute nella Striscia di Gaza Bassem Naim, avrebbe proposto uno scambio «di tutti i soldati israeliani prigionieri contro tutti i palestinesi detenuti nelle carceri di Israele».
La morte di Kfir Bibas, 10 mesi
A gelare Israele arriva però da Gaza una notizia atroce: Kfir Bibas, il più piccolo degli ostaggi nelle mani di Hamas dal 7 ottobre, di solo 10 mesi, non c’è più. È morto insieme al fratellino Ariel, di 4 anni, e alla madre, Sherry Silverman Bibas. Da giorni si rincorrevano gli appelli sempre più pressanti per la loro liberazione, non solo da Israele ma anche voci e timori crescenti sulla loro sorte. Nei giorni scorsi Hamas aveva fatto sapere di non essere in grado di rintracciare il nucleo famigliare, essendo questo stato «ceduto» nelle scorse settimane ad un altro gruppo islamista. Oggi le Brigate al Qassam hanno annunciato invece che i tre sono morti: secondo la loro versione «uccisi in un precedente bombardamento dell’esercito» israeliano. Lo hanno fatto sapere nel pomeriggio di oggi vogliano proseguire con questo iter Israele frena.
Trattative sull’estensione della tregua
Il cessate il fuoco, che ha permesso anche l’arrivo di ulteriori aiuti umanitari nella Striscia di Gaza, dovrebbe scadere giovedì all’alba. Sul quotidiano egiziano Al-Araby Al-Jadeed si parla già di un’intesa preliminare per estendere la tregua di altri due giorni, alle stesse condizioni. Secondo quanto riferisce Haaretz funzionari israeliani hanno parlato per ora di proposta esaminata, ma non confermata. La proroga – spiega la fonte al quotidiano israeliano – sarà possibile solo se Hamas sarà in grado di garantire il rilascio di dieci ostaggi al giorno. Intanto nella notte ci sono stati scontri tra truppe israeliane e militanti palestinesi a Jenin, in Cisgiordania. Secondo Al Jazeera l’Idf ha effettuato un blitz nel campo profughi di al-Askar, nella città di Nablus.
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