Gaza, il messaggio del padre di Kfir a Netanyahu in un video di Hamas. Otto ostaggi liberati, c’è anche la 21enne rapita al rave
«Bibi, hai bombardato la mia famiglia. Era tutto quello che avevo nella mia vita, riportali verso casa perché siano sepolti in Israele, ti scongiuro». Hamas pubblica un video di propaganda in cui il padre di Kfir, l’ostaggio più piccolo nelle mani dei miliziani e da loro dichiarato morto in un bombardamento di Israele, si rivolge direttamente al premier Benjamin Netanyahu. Ed è un nuovo tassello della guerra in atto a Gaza, con la tregua nuovamente in scadenza e Hamas che usa Yaden Biban, anche lui in ostaggio, per fare pressione sul governo israeliano. Il video è preceduto da una dichiarazione dei miliziani che rivendicano di aver offerto il rimpatrio delle salme ma «Israele si rifiuta di riceverli». Il portavoce militare Daniel Hagari ha quindi parlato in conferenza stampa, ribadendo che «le affermazioni di Hamas circa la famiglia Bibas non sono state ancora convalidate». «L’organizzazione terroristica Hamas», ha aggiunto Hagari, «ha divulgato un filmato duro e crudele di Yarden Bibas. Il nostro cuore è con la intera famiglia. Si tratta di un atto di terrore psicologico contro le famiglie degli ostaggi».
Gli ostaggi liberati oggi
Oggi è tornata libera Mia Schem, la 21enne franco-israeliana apparsa nel primo video diffuso dai terroristi di Hamas dopo essere stata rapita lo scorso 7 ottobre. Con lei oggi 30 novembre è stata liberata anche Amit Sosna di 40 anni, sequestrata dal kibbutz di Kfar Aza. Entrambe tenute in ostaggio a Gaza, sono state consegnate alla Croce Rossa per essere riportate in territorio israeliano. Mia Schem era stata rapita durante il rave al festival di Reim assieme all’amico Elia Tollerano. Il ragazzo però sarebbe ancora ostaggio di Hamas. Altre sei persone sono state liberate da Hamas: si tratta di cinque donne e di un 18enne. Ecco la lista di nomi: Aisha Ziyadne, 17 anni, e suo fratello Bilal Ziyadne (18), i cui genitori sono ancora in ostaggio, Shani Goren (29), operatrice educativa, Sapir Cohen (29), il cui compagno è ancora prigioniero, Ilana Gritzewsky (30), mentre il suo compagno è ancora in ostaggio, Nili Margalit (40), infermiera pediatrica.
Hamas minaccia «un’escalation»
Il cessate il fuoco tra Israele e Hamas proseguirà per un altro giorno ma in realtà la tregua è già in bilico. Hamas ha invocato «un’escalation della resistenza» nel comunicato con il quale rivendica la responsabilità dell’attentato a Gerusalemme. «Questa operazione è una risposta naturale ai crimini senza precedenti dell’occupante nella Striscia di Gaza e contro i bambini a Jenin», si legge nella nota. Oggi tre persone, tra cui una ragazza di 18 anni, sono morte e sei sono rimaste ferite in un attentato a Gerusalemme. Due assalitori già condannati per reati di terrorismo hanno aperto il fuoco alla fermata di un tram all’ingresso della città, sul boulevard Weizman. I due attentatori sono stati uccisi. Intanto dieci ostaggi israeliani e i quattro lavoratori thailandesi che avrebbero dovuto arrivare in Egitto ieri sera dalla Striscia di Gaza, sono stati consegnati questa mattina alla sicurezza egiziana e alla Croce Rossa.
L’esile tregua
Dopo le minacce reciproche delle ultime ore durante la notte i due contendenti hanno raggiunto un accordo per prorogare oggi lo stop, il 30 novembre. Si tratta del settimo giorno di tregua e la conferma è arrivata dall’Idf a pochi minuti dalla scadenza: « Alla luce degli sforzi dei mediatori per continuare il processo di rilascio degli ostaggi, la pausa operativa continuerà». In cambio Israele rilascerà altri prigionieri palestinesi. Anche Hamas ha confermato l’accordo «per prolungare la tregua per il settimo giorno». L’organizzazione radicale aveva affermato in precedenza che Israele aveva rifiutato di ricevere sette tra donne e bambini e i corpi di altri tre ostaggi in cambio dell’estensione della tregua. Entrambe le parti avevano annunciato di essere pronte a riprendere i combattimenti.
Cessate il fuoco e aiuti umanitari
Il ministero degli Affari esteri del Qatar ha affermato che la tregua a Gaza sarà prolungata per la giornata di oggi «alle stesse condizioni precedenti – che sono il cessate il fuoco e l’ingresso di aiuti umanitari – nel quadro della mediazione condivisa dallo Stato del Qatar con la Repubblica araba d’Egitto e gli Stati Uniti d’America». Intanto l’agenzia di stampa palestinese Wafa fa sapere che un 21enne è morto e sei sono rimasti feriti nella regione cisgiordana di Beitunia, vicino al carcere israeliano di Ofer. Il giovane sarebbe stato colpito al petto da un proiettile dell’esercito di Israele durante un raid in un quartiere della città. Da quel penitenziario a ovest di Ramallah vengono rilasciati i prigionieri palestinesi nell’ambito dell’accordo con Hamas.
Ahed Tamimi
Tra gli ostaggi rilasciati ieri c’è anche Ahed Tamimi, arrestata agli inizi di novembre per incitamento al terrorismo. Il suo nome era diventato celebre in tutto il mondo nel 2018, quando aveva preso a schiaffi due soldati israeliani. Tamimi si trovava in carcere perché accusata di aver scritto su Instagram un post in cui inneggiava alla strage di coloni israeliani in Cisgiordania: «Vi massacreremo e direte che ciò che vi ha fatto Hitler era uno scherzo. Berremo il vostro sangue dai vostri teschi». La famiglia Tamimi aveva sostenuto che non era stata Ahed a scrivere quel post. Che era stato invece scritto da uno dei tanti account fake che si sono appropriati dell’immagine della giovane pasionaria palestinese. Per lo schiafo ai soldati Tamimi venne condannata a otto mesi di reclusione e a 1.200 dollari di multa. Anche Amnesty International all’epoca chiese il suo rilascio.
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