Il video della Santanché su Cervinia fa il giro del web. Non per la polemica, ma per i super filtri che ringiovaniscono la ministra
Più che per i suoi contenuti e l’incredulità per la scelta di cambiare nome a Cervinia, o per gli anglicismi utilizzati e declinati in cuneese (“reputescion”), il video della ministra del Turismo Daniela Santanché girato sul sedile posteriore di un’auto sta facendo il giro del web per un evidente abuso di filtri che hanno trasformato non poco il volto della politica di FdI. Il volto della ministra grazie ai filtri è stato ringiovanito- e questo probabilmente era l’effetto desiderato – ma i lineamenti sono stati così modificati da farne una sorta di avatar. E infatti non pochi sospettano un uso un pizzico dilettantesco dell’intelligenza artificiale nella confezione del filmato. Ma a scatenarsi come accade in questi casi è soprattutto l’ironia, talvolta perfida ma in qualche caso anche gentile: «Daniè, potevi usarli due filtri…». C’è chi spinge il filtro oltre l’utilizzo facendo tornare la Santanché bambina per poi avvertire la ministra: «Guarda che hai esagerato un po’ con i filtri…». Qualcun altro l’avverte affettuosamente: «Dany, questo video ha più filtri di una busta Rizla slim da 500». C’è pure chi intravede un profilo più maschile dopo i ritocchi digitali: «Daniè, mi sa che ti sei sbagliata, hai messo su il filtro Piero Pelù». Non sono pochi però quelli che dubitano dell’autenticità del filmato e più che discutere del contenuto, dibattono su: «No, non è lei. Non ci assomiglia nemmeno».
Il precedente del 2021
Non è la prima volta che la Santanché viene messa alla berlina per il vezzo di ringiovanirsi con qualche trucco digitale assai meno invasivo del bisturi del chirurgo estetico. Accadde ad esempio due anni fa quando l’allora parlamentare dell’opposizione pubblicò su Instagram una foto con maglione rosso in cui sembrava ringiovanita di una ventina di anni. Nacquero centinaia di meme divertenti, e lei stessa ne apprezzò la pubblicità che ne derivava. E spiegò in una intervista a Tpi: «La mia segretaria mi ha regalato quel bel maglioncino rosso, poi mi ha fatto una foto. Credo che abbia aggiunto un filtro per evidenziare il rosso fuoco del colore. Si è trattato di un gioco, un divertissement. Evidentemente colpisce perché il risultato è gradevole».