Le vecchie e nuove bufale sull’Aids (e chi le ha diffuse)
La Giornata mondiale contro l’Aids è un momento importante per sensibilizzare e informare riguardo a questa malattia che ogni anno colpisce milioni di persone in tutto il mondo. In un’epoca in cui l’accesso alle informazioni è così facile ed immediato, c’è chi ancora oggi si rende partecipe della diffusione di pericolose bufale e teorie negazioniste sull’Aids. Parliamo di falsità che possono seminare dubbi che minano la fiducia nelle misure preventive e nel trattamento della malattia, compromettendo la salute delle persone.
Le bufale storiche e quelle post Covid
In questo articolo riportiamo un elenco dei fact-check sull’argomento, in parallelo alla pubblicazione del report Verità e Salute della Croce Rossa Italiana dedicato alle bufale sull’Hiv/Aids. A seguito della Pandemia Covid-19, sono nate nuove e controverse teorie che hanno alimentato ulteriormente il complottismo in alcune fasce della popolazione.
«Non ci si ammala più» [FALSO]
Una bufala pericolosissima che porta le persone a sottovalutare il problema. Dal rapporto dell’Unaids, l’agenzia Onu per la lotta contro l’Aids, riporta che 1,3 milioni di persone sono risultate positive all’Hiv nel 2022.
«Si trasmette solo tra gli omosessuali» [FALSO]
Gli epidemiologi hanno confermato che l’Hiv si trasmette attraverso i fluidi corporei, escludendo la saliva (nonostante alcune credenze contrastanti diffuse). Questo ha casualmente esposto a rischio specifici gruppi che, all’epoca, erano ancora emarginati dalla società a causa delle loro scelte sessuali, come ad esempio gli individui omosessuali. Come spiegato nel report della Croce Rossa «ogni persona che viene a contatto con il virus attraverso il sangue, indipendentemente dall’etnia, dall’età, e dalle proprie preferenze sessuali, può sviluppare l’Aids. Più che di categorie a rischio di infezioni è opportuno ragionare di comportamenti a rischio di trasmissione del virus».
«Virus mai isolato» [FALSO]
C’è chi sostiene che l’Hiv non sarebbe mai stato isolato, per poi sostenere dal 2020 che il virus della Covid-19 sarebbe stato creato in laboratorio utilizzando proprio quello dell’Aids. Allo stesso tempo, non contenti del corto circuito evidente, gli ambienti della disinformazione sostenevano che neanche il Sars-Cov-2 sarebbe stato isolato. Di fatto, entrambi i virus sono stati isolati e non dimostrano alcun legame l’uno con l’altro.
«L’Hiv non causa l’Aids» [FALSO]
Oltre al negazionismo del virus, l’altra teoria vede un inesistente legame tra il virus Hiv e la malattia Aids. Sappiamo che non è così, come sappiamo che l’Aids (sindrome da immunodeficienza acquisita) è l’ultimo stadio dell’infezione da Hiv che colpisce il sistema immunitario dell’organismo.
«I vaccini anti Covid causano l’Aids vaccinale» [FALSO]
Nel corso della campagna vaccinale anti Covid-19, gli ambienti No Vax hanno diffuso la teoria che vede i vaccini causare una sorta di Aids chiamata VAids («sindrome da immunodeficienza acquisita da vaccino»). L’idea di un presunto rischio di diventare immunodepressi a seguito delle vaccinazioni anti Covid venne portata avanti anche da alcuni media italiani, come nel caso de La Verità con gli articoli della controversa Silvana De Mari.
«L’Hiv è stato usato per produrre i vaccini anti Covid» [FALSO]
Una delle nuove teorie nate nel periodo pandemico è quella in chi il virus Hiv sarebbe stato usato per produrre i vaccini anti Covid. Ciò risulta del tutto infondato, in quanto nessuno dei vaccini autorizzati nell’Unione europea e negli Stati Uniti utilizza come vettore il virus che provoca l’Aids. Mentre Pfizer e Moderna utilizzano l’mRNA, AstraZeneca e Janseen hanno usato degli adenovirus, un genere del tutto diverso da quello al quale appartiene l’Hiv (retrovirus del genere lentivirus).
«Si trasmette attraverso la saliva» [FALSO]
Uno dei grandi miti riguarda la fantomatica trasmissione attraverso la saliva. Questa teoria torna spesso a galla, come nel caso di un articolo del 7 maggio 2020 de Il Gazzettino dove veniva riportato l’episodio di un tunisino positivo all’Hiv che avrebbe sputato in faccia a una ragazza, ma con un’informazione del tutto falsa: «Da quel momento per la giovane vicentina e per il militare dell’Arma è iniziato l’incubo; sì, perché Rihmi risulta essere positivo al virus dell’Hiv, che si trasmette anche attraverso la saliva». Ecco quanto riportato dal Ministero della Salute (così come dai CDC americani): «non si trasmette attraverso saliva, lacrime, sudore, urine, punture di zanzare».
«Si trasmette attraverso il cibo» [FALSO]
Non si contano le volte che sono circolate le bufale storiche su presunti sequestri di carne di bovino infetta da Aids. Il virus si trasmette tramite i fluidi corporei infetti, il sangue è uno di questi. Non risulta che possa circolare attraverso il sangue presente nella carne dei bovini macellati, ma c’è un ulteriore problema per sostenere tale bufala: se esposto all’aria il virus Hiv “muore”. Non si diffonde nemmeno tramite le banane, come sosteneva una bufala particolarmente diffusa nel 2016.
«Si trasmette tramite le zanzare» [FALSO]
L’Hiv necessita di un organismo per poter “sopravvivere”. Non è il caso delle zanzare. Quando queste pungono e succhiano il sangue di una persona positiva all’Hiv – come spiega anche il report della Croce Rossa – il virus non può “sopravvivere”: «il virus non può replicarsi all’interno della zanzara, della cimice, della pulce o di altri insetti succhiatori di sangue. Inoltre, la zanzara degrada e inattiva nel suo organismo qualsiasi microrganismo presente nel sangue umano e solo pochi agenti potenzialmente infettivi (tra i quali il Plasmodio della Malaria) sono in grado di crescere nei suoi tessuti».
«L’Hiv è stato creato in laboratorio» [FALSO]
Così come per il Sars-Cov-2, anche l’Hiv è stato oggetto di teorie infondate sulla sua origine. Secondo alcuni sarebbero stati creati entrambi in laboratorio, ma ad oggi non ci sono prove che lo confermino. L’origine più accreditata per entrambi è quella zoonitica, dove l’Hiv deriva da un virus delle scimmie noto come SIV contratto occasionalmente dagli esseri umani tra la fine del XIX e l’inizio del XX secolo.
Chi le ha diffuse, tra medici e Premi Nobel
Buona parte delle bufale storiche hanno origine da controversi medici e Premi Nobel, i quali hanno ottenuto ulteriore notorietà nel corso della Pandemia Covid-19. In base al principio di autorevolezza, certe falsità hanno acquistato nel pubblico una certa credibilità mettendo in pericolo la salute di molti.
Il professore di biologia molecolare e le droghe
Uno dei “guru” della disinformazione sull’Aids è Peter Duesberg, medico e professore di biologia molecolare presso l’Università della California. Divenne famoso non per le sue ricerche, ma proprio per le sue fuorvianti teorie sulla malattia. Secondo Duesberg, l’Aids non sarebbe di origine virale spostando la colpa dall’Hiv a un prolungato uso di droghe (cocaina ed eroina) e/o all’uso dei farmaci anti Hiv come l’AZT. Ricordiamo un nostro fact-check dell’aprile 2023 riguardo un testo negazionista che tirava in ballo proprio l’azidotimidina, nota come zidovudina (Zdv). Tra i sostenitori di Duesberg c’era il “Dr” Shiva, noto in Italia al pubblico di Radio Radio.
Duesberg viene visto come co-responsabile della diffusione della malattia in Sudafrica. Come riportato nel libro “Controglossario di medicina” di Roberta Villa, il successore di Nelson Mandela alla guida del Paese africano, Thabo Mbeki, chiamò come consulente il medico americano. L’allora presidente era convinto che i medicinali contro la malattia fossero tossici e che rappresentassero un’arma dei Paesi ricchi per indebolire gli africani. La sua guida avrebbe portato alla morte 300.000 persone tra il 2000 e il 2005.
Il Premio Nobel che disinformava
Luc Montagnier (deceduto nel 2022) è noto per aver vinto il Premio Nobel per la medicina a seguito della scoperta dell’Hiv. Non lo ha vinto da solo e per lo stesso motivo, insieme a lui c’era la virologa Françoise Barré-Sinoussi. A differenza del collega, la Dottoressa non iniziò a sostenere teorie prive di fondamento. Montagnier, infatti, divenne uno dei sostenitori dell’omeopatia e diffuse informazioni fuorvianti e pericolose anche sull’Aids. Una di queste riguardava il trattamento dell’Hiv: secondo la sua opinione, e del tutto infondata, per contrastare il virus basterebbe una certa strategia nutrizionale.
Il medico infettivologo in pensione
Nel nostro precedente articolo del 2021, avevamo affrontato il caso di Fabio Franchi, un ex medico noto per essere considerato un “negazionista dell’Aids”. Tale attribuzione deriva da una delle sue pubblicazioni, ossia il libro intitolato “Aids, la grande truffa” basato sulle teorie del Gruppo di Perth. Quest’ultimo rappresentava una delle due principali fazioni di “dissidenti dell’Hiv”, promotori della teoria secondo cui il virus non sarebbe mai stato isolato. Fabio Franchi, in un tweet del 15 marzo 2023, sosteneva che Luc Montagnier avrebbe confessato «di non aver mai isolato l’Hiv, isolamento fasullo per il quale aveva accettato e mai disconosciuto il Nobel per la medicina nel 2008». Tutto ciò nonostante nel 2022 Montagnier sostenne la bufala del Sars-Cov-2 manipolato con il virus dell’Aids.
L’ematologo omeopata chiamato al Senato
In un nostro articolo del dicembre 2021 avevamo parlato del Dott. Domenico Mastrangelo, all’epoca intervenuto durante l’audizione Obblighi vaccinali e rafforzamento certificazioni verdi Covid-19 tenutasi presso la Commissione Affari Costituzionali del Senato. Oltre alle informazioni fuorvianti fornite in Parlamento, Mastrangelo viene accusato da anni di sostenere che l’Hiv non causi l’Aids. Risulta essere, inoltre, l’autore di un libro intitolato «La falsità sull’Aids. Ancora imbrogliati dalla scienza?» pubblicato dalla casa editrice Salus Infirmorum «specializzata nella pubblicazione di libri di Omeopatia e in generale di Medicina Naturale».
Articoli pubblicati e poi cancellati
Luc Montagnier, Fabio Franchi e Domenico Mastrangelo sono stati graditi ospiti del canale Byoblu di Claudio Messora. Quest’ultimo, nel lontano 2012, pubblicò sul sito dell’allora Blog di Byoblu un articolo dal titolo “AIDS, la grande balla dell’HIV“. L’articolo è stato cancellato (archiviato qui), ma rimane ancora traccia della sua pubblicazione come possiamo vedere dal tweet pubblicato all’epoca dall’account all’epoca usato da Messora a titolo personale.
Messora venne ampiamente criticato per la pubblicazione di quell’articolo, difendendosi così: «Un documentario di due registe ammalate di Aids (una poi morta) non può essere falsa. E’ una fonte e basta. Ciao». Di fatto, l’allora blogger faceva riferimento a un documentario di Patrizia Monzani e Isabel Otaduy Sömme riportandone una sintesi dove venivano messe in evidenza frasi come: «l’HIV non è contagioso», «L’AIDS non è una malattia infettiva, né è contagiosa, né tantomeno è causata da un virus».