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Il Discobolo «comprato da Hitler», la Germania lo rivuole. Sangiuliano avverte: «Devono passare sul mio cadavere»

02 Dicembre 2023 - 07:54 Giovanni Ruggiero
La statua tornò in Italia dopo la guerra, inserita tra le opere portate illegalmente nella Germania nazista. Ma ora i tedeschi negano

Prima che il Discobolo Lancelotti torni in Germania «devono passare sul mio cadavere» tuona il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano. Scoppia il caso tra Roma e Berlino, dopo la pretesa dei vertici del Staatliche Antikensammlungen und Glyptothek di Monaco sull’opera del II secolo dopo Cristo, ormai «patrimonio della Nazione», dice Sangiuliano secondo il quale «l’opera deve assolutamente restare in Italia». Anzi il ministro si aspetta che venga restituita anche la base settecentesca, pronto a mettersi in contatto con la collega Claudia Roth, ministra della Cultura tedesca, che «di questa storia non sa nulla». La storia parte da una lettera di Stephan Verger, direttore del Museo nazionale romano, al collega Florio S. Knaus, a capo della Gliptoteca di Monaco, dove si trova la collezione di marmi fondata nel 1815 da Luigi I di Baviera. Come ricorda il Corriere, Verger chiede la restituzione della base di marmo del Settecento del Discobolo, venduta dal principe romano Lancelotti, dopo il ritrovamento nel 1781 sull’Esquilino, alla Germania nazista nel 1938 su ordine di Benito Mussolini e dell’altra ministro dell’Educazione nazionale, Giuseppe Bottai. Quella statua piacque particolarmente ad Adolf Hitler, che la vide durante la visita a Roma nel maggio 1938. Due anni prima, la regista Leni Riefenstahl aveva usato proprio il Discobolo come simbolo dell’estetica nazista, usandolo come ideale ariano nel documentario «Olympia» sulle Olimpiadi di Berlino. All’epoca la statua, considerata la migliore copia romana dell’originale in bronzo ormai perso di Mirone, fu pagata cinque milioni di lire. Hitler la affidò al museo di Monaco, dove rimase fino al 16 novembre 1948, quando tornò in Italia, grazie all’intervento del ministro Rodolfo Siviero, che inserì l’opera tra quelle rubate dalla Germania nazista. Knaus nella risposta alla lettera nega quella restituzione e spiega: «Non sono nella condizioni di abbandonare la nostra rivendicazione legale di una restituzione del Discoboo al nostro museo. La scultura venne legalmente acquistata dallo Strato tedesco, dopo essere stata offerta al Metropolitan Museum di New York». Secondo Knaus, le autorità italiane dell’epoca erano state d’accordo con il trasporto in Germania, e citando due saggi che trattano quell’operazione spiega: «Non è stato nemmeno un “regalo” ad Adolf Hitler. Il rimpatrio in Italia ha violato la legge, secondo l’opinione legale dello stato bavarese e del nostro museo».

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