Il nuovo affondo di Alain Elkann: dopo i lanzichenecchi sui treni, nel mirino i «cafoni» che girano in ciabatte al Grand Hotel
Alain Elkann, padre del presciente di Stellantis nonché editore del Gruppo Gedi John Elkann, torna a lamentare sulle pagine dei quotidiani di famiglia il «malcostume» che insidia le buone maniere dell’alta borghesia. La stoccata questa volta appare più sottile, per lo meno nella forma, rispetto all’affondo diretto e scioccato (via Repubblica) contro gli adolescenti/”lanzichenecchi” che disturbarono la scorsa estate un suo viaggio in treno. Emerge infatti da un’intervista a François-Joseph Graf, architetto, designer di interni e decoratore, oltre che collezionista d’arte e uomo di talenti eclettici, che ha appena aperto a Londra l’albergo At Sloane. Ma il fastidio appare intatto e del tutto condiviso: questa volta, per chi «osa» girovagare per i grandi hotel in bermuda e ciabatte. «Gli altri grandi alberghi palaziali dovrebbero dedicarsi meglio al proprio restauro, e sapersi adattare al XXI secolo. Non si può continuare ad avere il personale di servizio in giacche da sera con i clienti in pantaloncini e ciabatte. Questi grandi palazzi erano stati costruiti per delle famiglie, per una qualità della vita oggi completamente scomparsa. Oggi devono ricreare una nuova storia dei grandi alberghi», dice Graf al suo amico-intervistatore, di cui è facile immaginare l’assenso. Il resto del colloquio, pubblicato oggi sul settimanale Specchio de La Stampa, ruota attorno all’estetica del nuovo albergo di Graf: vetrate colorate perché conferiscono un aspetto incantevole alle camere da letto, bagni che omaggiano quelli dell’hotel Claridge’s. Non si sorvola neppure sulla passione del designer-collezionista per il violetto, che «è l’unico colore che si abbina a tutti gli altri». Raffinatezze insomma ben lontane dal mondo dei «lanzichenecchi» duramente criticati da Elkann nei mesi estivi, che sul treno per Foggia lo distolsero dalla lettura dei quotidiani internazionali e del secondo volume della Recherche du temps perdu di Proust.
Leggi anche:
- Calenda, il silenzio di Landini sulla Magneti Marelli: «Perché all’editore di Repubblica John Elkann perdona tutto» – Il video
- «Reato di disturbo della lettura di Proust»: l’ironia dei social su Alain Elkann e i lanzichenecchi
- Caso Alain Elkann, il direttore Molinari si rifiuta di pubblicare la nota dei giornalisti di Repubblica (che prendono le distanze dal padre dell’editore)