Il messaggio dell’autrice della poesia “Se domani non torno” a Elena Cecchettin: «La tua battaglia è anche la mia»
«Se domani sono io mamma, se domani non torno distruggi tutto». I versi della poesia di Cristina Torre Cáceres sono diventati virali dopo il femminicidio di Giulia Cecchettin, la 22enne uccisa dall’ex compagno Filippo Turetta. L’autrice della poesia confida a Repubblica che ogni volta che sente ripetere queste parole «qualcosa mi si spezza dentro: vuol dire che ne hanno uccisa un’altra. Ma mi ha emozionato scoprire che a diffonderle in Italia sia stata Elena Cecchettin, sorella di Giulia, ennesima vittima di femminicidio», dice. Ed è proprio a lei, a Elena, che si rivolge Torre Cáceres: «Sorella mia sii forte, il mio abbraccio e le mie parole ti diano forza. La tua battaglia è la mia».
«Sono una poetessa da Facebook, non una scrittrice»
La poesia è nata nel 2007 per «Mara Castilla, 19enne messicana assassinata dal tassista che doveva riportarla a casa», dice alle giornaliste Anna Lombardi e Clotilde Veltri. Dopo la morte della giovane «molte donne – spiega – denunciarono le molestie degli autisti in Messico e Perù dove la polizia fa poco». Torre Cáceres sottolinea inoltre di non sentirsi una scrittrice, bensì «una poetessa da Facebook» perché è lì che posta ciò che scrive. E poi aggiunge: «Non so come la poesia sia uscita dal mio network. Inizialmente – afferma – l’avevo condivisa solo con un gruppo ristretto di femministe chiamato “Las Respondonas”». Da lì si è diffusa in Messico: «Usata nelle protesta, anche violente, contro i femminicidi». Eppure, quelle parole, ne è sicura l’autrice, «appartengono a chiunque ci si identifichi, si possono rilasciare in ogni situazione». Ma starà bene, dice la trentenne, solo quando «arriveremo davvero all’”ultima”, quando – conclude – quelle parole non serviranno più».
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