Israele, lo studio sulle speculazioni in Borsa prima dell’attacco di Hamas: «I trader sapevano»
Uno studio della rivista Ssrn firmato da Robert J. Jackson Jr. della New York University School of Law e Joshua Mitts della Columbia Law School sostiene che si siano verificate una serie di speculazioni in Borsa prima e subito dopo l’attacco di Hamas del 7 ottobre. E considera probabile che alcuni trader abbiano tratto profitto dalla conoscenza anticipata dell’attacco. Vendendo “allo scoperto” (cioè, senza possederle) azioni di società israeliane nei giorni precedenti il massacro. A parlarne è stato il sito The Market, ma la storia è stata ripresa da Reuters. «I trader sembrano aver anticipato gli eventi futuri giorni prima dell’attacco», dice lo studio, che cita l’indice degli Exchange Traded Fund (Etf) che ha registrato un picco il 2 ottobre sulla base dei dati dell’autorità israeliana di settore.
Le vendite allo scoperto
Mentre subito prima dell’attacco le vendite allo scoperto di titoli israeliani alla Borsa di Tel Aviv «sono aumentate drammaticamente», si scrive nel report lungo 66 pagine. L’Autorità di controllo della Borsa ha fatto sapere a Reuters che la questione «è nota alle autorità ed è oggetto di indagine da parte di tutte le parti interessate». Mentre la polizia israeliana non ha voluto rilasciare dichiarazioni. Le vendite allo scoperto hanno superato quelle avvenute in altri periodi di crisi, come la recessione del 2008, la guerra per la Striscia del 2014 e la pandemia. In particolare la più grande banca israeliana, Leumi, sono state venute 4,43 milioni di azioni allo scoperto dal 14 settembre al 5 ottobre. Con un profitto di 862 milioni di dollari.
L’aumento precedente
Secondo i ricercatori si è verificato un forte e insolito aumento subito prima degli attacchi degli scambi di opzioni a breve termine sulle società israeliane. «Secondo i nostri risultati i trader informati sugli attacchi futuri hanno tratto profitto dagli eventi. Scambi di questo tipo avvengono negli Stati Uniti e aggirando i divieti legali», dicono i ricercatori. Alcuni di questi movimenti si erano già verificati all’inizio di aprlie, quando si parlò della pianificazione da parte di Hamas di un attacco a Israele. Il volume delle posizioni corte sugli Etf israeliani ha raggiunto il picco il 3 aprile: i livelli erano molto simili a quelli osservati il 2 ottobre. Nei giorni scorsi il New York Times ha parlato di un dossier di 40 pagine a disposizione dell’intelligence in cui si parlava proprio dei nuovi attacchi in arrivo.
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