«I massoni mi hanno costretto, c’era un demone nella sua testa»: l’ex giornalista Rai assolto per l’omicidio della moglie
Gianluca Ciardelli non era in grado di intendere e di volere quando nel maggio del 2021 ha colpito sua moglie Lorella Tomei con un oggetto di ceramica e poi l’ha strangolata. Per questo il giudice lo ha assolto. Ma gli ha anche imposto un soggiorno di 15 anni in una Rems (residenze per detenuti con problemi psichici) a Ceccano. L’ex giornalista ed autore televisivo Rai, secondo la perizia, è affetto da sindrome bipolare. Ma, mentendo al suo psichiatra, aveva smesso di prendere i farmaci prescritti. Nel 2019 era stato fermato mentre si lanciava in motorino tra la folla di piazza San Pietro urlando frasi sconnesse. L’omicidio invece è avvenuto nell’appartamento della coppia in via Braconzio alla Balduina. La donna è morta per asfissia meccanica mentre il marito le comprimeva il torace. Poi, racconta l’edizione romana del Corriere, l’uomo ha chiamato al telefono il figlio in stato di alterazione: «Mamma non si sveglia, le è successo qualcosa». Ciardelli è stato trovato a leggere un libro accanto al corpo. Ai carabinieri ha dato spiegazioni da delirio psicotico: «I massoni mi hanno spinto a farlo, ero posseduto, c’era un demone nella sua testa». L’arma del delitto si trovava nel cestino. Secondo i periti Vittorio Fineschi e Rolando Paterniti l’uomo è «affetto da una grave forma di disturbo bipolare maniacale». E resta «un soggetto ad alta pericolosità sociale». Il figlio Simone in Aula ha detto che la tragedia si sarebbe potuta evitare se il servizio sanitario avesse seguito il padre.
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