Bologna, è stato reintegrato l’impiegato licenziato dal call center per una bestemmia. L’azienda: «Riconosciamo la sua buona fede»
L’impiegato del call center di Bologna, licenziato per una bestemmia venerdì scorso, può tornare al lavoro. L’azienda Covisian, che gestisce in appalto il centro chiamate di Hera, ha infatti ritirato il provvedimento. Ad annunciarlo sono state le sigle sindacali Slc-Cgil, Fistel-Cisl e Uilco-Uil, che fin dal «primo minuto hanno sostenuto che la disposizione «fosse sproporzionata rispetto al fatto contestato. E dopo tre giornate di sciopero, che sarebbero continuate fino al 10 dicembre qualora non ci fosse stato un passo indietro da parte dell’azienda, «salutano positivamente la decisione assunta da Covisian». Quindi, argomentano, «nell’augurare al diretto interessato buon rientro a lavoro, al fianco delle proprie colleghe e dei propri colleghi, considerate le proficue relazioni sindacali che hanno contraddistinto negli anni il rapporto tra le parti, i sindacati auspicano il ripristino sul sito produttivo di Bologna di un clima di distensione e serenità».
Covisian: «Apprezziamo abbia riconosciuto il proprio errore»
In una nota l’azienda Covisian ha fatto sapere di aver apprezzato il fatto che il suo dipendente «abbia riconosciuto il proprio errore, impegnandosi in caso di reintegro ad evitare il ripetersi dell’accaduto». Ed ha quindi deciso – in accordo con i sindacati – «di accogliere la richiesta di reintegro, con effetto immediato, espletate le pratiche del caso». Ad ogni modo, l’azienda tiene a precisare nel comunicato: «Il recente licenziamento del dipendente del call center di Bologna è stata una decisione resa necessaria per tutelare l’azienda e i suoi collaboratori impegnati quotidianamente a fornire un servizio di qualità ai nostri committenti e ai loro clienti, qualità che non può essere compromessa dall’utilizzo di un linguaggio offensivo o comportamenti inappropriati».
La vicenda
Il dipendente era stato sentito bestemmiare sul posto di lavoro in seguito al malfunzionamento dei sistemi aziendali che impedivano di lavorare. «Una mattina i sistemi andavano a singhiozzo, si bloccavano di continuo, ed è un problema che capita spesso. All’ennesimo blocco mi sono innervosito e ho imprecato, alla mia scrivania. Solo che c’era una responsabile di Hera e ha sentito», aveva raccontato. Un mese fa, nella stessa azienda, un’operatrice era stata licenziata perché accusata di aver insultato una cliente, alla fine di una telefonata descritta come complicata e più lunga del previsto. I licenziati, hanno sottolineato i sindacati, non hanno l’articolo 18, essendo stati assunti nel 2016.
Foto di copertina: immagine d’archivio
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