Il femminismo secondo la ministra Roccella: «La teoria gender è il nuovo patriarcato, Meloni al governo il coronamento di un sogno»
La teoria gender, secondo la ministra per la Famiglia, Natalità e Pari Opportunità Eugenia Roccella, non è che una versione 2.0 del patriarcato. Ai microfoni di Rai Radio 1 ha infatti spiegato: «Le donne sono oppresse a partire dal loro corpo: anche gli stupri riguardano il corpo, la differenza sessuale. Cercare di mascherare questo elemento vuol dire indebolire la lotta delle donne. C’è l’idea della cancellazione del femminile. Le teorie del gender non producono però lo stesso effetto sul maschile. La parola donna non si può dire, si dice persona con l’utero ma non si dice una cosa analoga per definire un maschio, che resta uomo. È un patriarcato aggiornato». D’altronde la ministra si definisce una «vecchia femminista», e come tale dice di considerare l’arrivo di Giorgia Meloni alla guida del Paese «il coronamento di un sogno: una premier donna è il motivo per cui sono tornata alla politica». E l’esecutivo che Meloni guida avrebbe già intrapreso, a suo dire, azioni concrete per la parità di genere: «C’è un problema di libertà delle donne nell’essere madri e avere una vita lavorativa. Si ferma la carriera quando la donna è madre. Il governo è intervenuto su questo. Ci sono troppe dimissioni all’arrivo del primo figlio, ancora di più con il secondo». Roccella è tornata poi ancora sulla vicenda di Giulia Cecchettin, affermando di «sperare» che abbia rappresentato un «punto di svolta»: «È importante che ci sia sul caso di Giulia un’importante mobilitazione delle donne e questo deve servire a ricordare tutte le altre donne uccise dopo di lei». Ha poi aggiunto: «C’è un problema di accettazione della nuova libertà femminile. Un tempo le donne non lasciavano gli uomini perché non avevano indipendenza economica o perché il matrimonio era indissolubile. Non si accetta l’idea che una donna possa andare via. Molti maschi non hanno elaborato l’idea che una donna può andarsene e che il no è no».
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