Giuseppe Conte e la battaglia sul salario minimo: «Ha piantato il seme dell’alternativa al governo Meloni»
Secondo Giuseppe Conte con la battaglia sul salario minimo l’opposizione «ha piantato il seme dell’alternativa al governo Meloni». Un seme che «sta crescendo nel paese. La stragrande maggioranza degli elettori è favorevole al salario minimo, compresi quelli di centrodestra». Il leader del Movimento 5 Stelle in un’intervista a La Stampa si dice «convinto che il governo ne pagherà le conseguenze. Sta esagerando con piroette e prese in giro». Mentre Giorgia Meloni «ha solo finto di assecondare la discussione per poi emarginare il Parlamento, come ha fatto con la manovra di Bilancio. Una blindatura mai vista». E pensare, dice Conte, che quando era a Palazzo Chigi gli davano del dittatore: «Ma capisco che per alcuni di loro non sia un insulto. È una battuta eh!».
Il presidente M5s dice anche che sul Pnrr «siamo indietro su tutto. Il primo errore è stato trasferire la cabina di regia a Palazzo Chigi in corso d’opera, in preda a un delirio di accentramento e controllo». Tra cui, spiega ad Annalisa Cuzzocrea, c’è anche un taglio di centomila posti negli asili nido: «Doloroso. Come dolorosi sono i tagli per i comuni e le periferie. Il primo governo guidato da una donna, che straparla di sostegno alla natalità, sabota misure a favore delle donne. Non solo i nidi, anche l’aumento dell’Iva sui prodotti per la prima infanzia e gli assorbenti». Il M5s invece propone di «portare il congedo di maternità obbligatorio da cinque a otto mesi. E rafforzare il congedo parentale paritario, perché crescere i propri figli è un diritto-dovere di entrambi i genitori».
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