Gioielliere condannato, l’Anm chiede di tutelare i giudici. Il vicesegretario della Lega Crippa: «Sta diventando come la Cgil»
Una battaglia leghista, da anni, quella sulla legittima difesa. I casi di cronaca che diventano casi politici, come quello del gioielliere Mario Roggero. Nella sua vicenda, però, è stato rilevato che non ha agito per legittima difesa ed è stato condannato a 17 anni per l’uccisione di due rapinatori a Grinzane Cavour. Il gioielliere ha ricevuto subito la solidarietà di Matteo Salvini. E oggi, 7 dicembre, è Andrea Crippa, vicesegretario della Lega, a tornare sulla questione: «Secondo me è legittima difesa perché c’è il grave turbamento. Quando una persona subisce una rapina in quel modo non ci sono dubbi. Spero che si faccia una perizia per dimostrare il grave turbamento previsto dalla legge». Lo ha dichiarato ad Affari italiani. E ha aggiunto: «È incredibile che abbia la stessa condanna di un camorrista, non si possono paragonare i due casi». Nella diatriba tra politica e magistratura, prima di Crippa, era intevenuto Giuseppe Santalucia. Il presidente dell’Associazione nazionale magistrati (Anm) aveva criticato le affermazioni leghiste sul caso Roggero: «Le sentenze sono certamente criticabili, ma con argomenti e leggendole bene, altrimenti si tratta solo di invettive che lasciano il tempo che trovano. Da resoconti che ho letto c’è stata un’assenza dei presupposti di legge della legittima difesa».
Crippa non ha accettato il biasimo: «Ma quali invettive? Ho il diritto di esprimere la mia opinione o l’Anm sta diventando la Cgil? La legge sulla legittima difesa come è stata modificata dalla Lega nel 2019 va bene, ma i magistrati la devono applicare correttamente e non ideologicamente». La polemica è arrivata all’attenzione dell’organo di autogoverno della magistratura. Ernesto Carbone, membro laico in quota Italia Viva del Consiglio superiore della magistratura (Csm), ha esortato l’apertura di una pratica «a tutela dell’autonomia, dell’indipendenza e del prestigio della magistratura, in seguito alle espressioni denigratorie di alcuni esponenti della politica e funzionari dello Stato». La richiesta è stata presentata al Comitato di presidenza del Csm proprio in relazione al caso del gioielliere di Grinzane Cavour, in provincia di Cuneo. Carbone ha chiesto che la pratica sia avviata con urgenza, ritenendo che sia «opportuno e doveroso procedere a un’analisi delle espressioni e dei commenti» diretti ai magistrati Alberto Giannone ed Elio Sparacino, rispettivamente presidente e componente della Corte di Assise, nonché al procuratore di Asti, Biagio Mazzeo e al sostituto, Davide Greco.
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