Roma, sposa la colf e le fa firmare un contratto prematrimoniale: «Pulisci bene la casa e di’ a tua madre di non chiamare»
Un contratto prematrimoniale umiliante, con tanto di clausole, promesse e obiettivi da raggiungere. A Roma, rivela la Repubblica, un uomo di 79 anni ha sposato la sua collaboratrice domestica 47enne obbligandola a firmare un contratto prematrimoniale con condizioni mortificanti. Il documento risalirebbe al 5 aprile 2019 e avrebbe l’obiettivo dichiarato di «stabilire un rapporto sereno e stabile» tra i due sposi. Il primo articolo del contratto, riportato da Repubblica, è piuttosto generico: «Mi impegno a mettere al primo posto le tue esigenze con il massimo della sincerità, lealtà, collaborazione e rispetto». Dal secondo, però, le cose cominciano a farsi decisamente più strane. «Mi impegno – si legge – a tenere pulita e ordinata la casa facendo particolare attenzione all’uso degli stracci». Ma i rigidi codici di comportamento a cui la donna viene obbligata non finiscono qui. «Mi impegno – recita il terzo articolo del contratto prematrimoniale – a versare i soldi per i miei figli esclusivamente per le loro necessità».
La fuga e il processo
Il documento è emerso durante un’udienza preliminare in cui si discute della colpevolezza o meno della donna, una 47enne originaria della Georgia. Dopo anni di soprusi, infatti, la collaboratrice domestica ha lasciato il marito di punto in bianco e si è allontanata da casa con l’aiuto del fratello. A quel punto, l’uomo l’ha denunciata per lesioni e rapina, anche se per la donna si tratta semplicemente di una vendetta.
Il contratto e le minacce
La 47enne avrebbe iniziato a lavorare per l’uomo nel 2015 per circa 500 euro al mese. Soldi che la donna utilizzava soprattutto per mantenere i figli. Con il tempo, è nata una relazione e i due hanno deciso di sposarsi. Prima delle nozze, però, l’anziano ha obbligato la sua collaboratrice domestica a mettere nero su bianco alcuni impegni decisamente inusuali. Un esempio? Mandare alla madre un messaggio in cui le si chiede di «non interferire nelle vicende della mia nuova famiglia» e di non usarla per esigenze personali. In alcune occasioni, il 79enne avrebbe anche minacciato la donna per convincerla a non sporgere denuncia: «Mi minacciava dicendomi di non chiamare né mio fratello, né i carabinieri perché se qualcuno avesse citofonato avrebbe avuto tutto il tempo di ammazzarmi prima che salissero a casa», avrebbe raccontato la 47enne in tribunale.
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