Treviso, cinema nega l’accesso al cane-guida e lascia fuori una donna cieca. Poi le scuse della titolare: «Sono enormemente dispiaciuta»
È dovuta rimanere fuori insieme al suo cane-guida, al quale era stato negato l’accesso perché non consentito all’interno del cinema. Così Luana M. ha scritto un post sul suo profilo Facebook, per denunciare quanto accaduto: «Oggi, 3 dicembre 2023, Giornata mondiale della disabilità, sono stata allontanata dal titolare del cinema in quanto non vedente accompagnata dal cane guida, poiché non vuole animali nel suo cinema, andando contro a ciò che è previsto dalla legge. Mi sono sentita mortificata». È probabile che ad accompagnarla all’uscita non fosse il titolare del multisala, il cinema Edera di Treviso, ma un addetto del personale interno. Perché quando la notizia è circolata sui quotidiani locali, la titolare è intervenuta chiedendo immediatamente scusa. «Sono enormemente dispiaciuta per l’increscioso episodio accaduto in mia assenza», ha fatto sapere Giuliana Fantoni, «il cinema Edera ha una programmazione estremamente attenta all’inclusione, sensibile alla disabilità ed attrezzato per garantire l’accesso al cinema ai portatori di handicap». Quindi le scuse, e l’invito a tornare per porre rimedio a quanto accaduto: «Chiedo scusa a nome mio, della mia famiglia e del Cinema Edera alla signora Luana, al suo compagno e all’Unione Ciechi. Faremo in modo che quanto accaduto non si ripeta mai più. Vorrei invitarli a tornare al cinema in qualunque momento lo desiderino».
Cosa dice la legge
Il multisala Edera fa divieto all’ingresso nel cinema con i propri animali, ma quello di Luana non è solo un animale domestico. Il cane-guida può e deve accompagnare il suo padrone in tutti i luoghi pubblici, come previsto dalla legge del 25 agosto del 1988: «Al privo della vista è riconosciuto altresì il diritto di accedere agli esercizi aperti al pubblico con il proprio cane guida. Ogni altra disposizione in contrasto o in difformità con la presente legge viene abrogata». E ribadito poi successivamente dalla legge 67 del 2006, che promuove la «parità di trattamento e delle pari opportunità nei confronti delle persone con disabilità» e menziona i casi di discriminazione indiretta, «quando una disposizione, un criterio, una prassi, un atto, un patto o un comportamento apparentemente neutri mettono una persona con disabilità in una posizione di svantaggio rispetto ad altre persone». Luana ha poi ricevuto il sostegno anche dell’Unione ciechi e ipovedenti di Treviso e dell’associazione Blindsight Project.
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